Muore a 18 anni in Sicilia, la famiglia dona gli organi: “Desideriamo conoscere chi ha il suo cuore”
La febbre alta, il dolore forte alla pancia e il ricovero in ospedale. Il trapianto al fegato che va bene ma nonostante ciò le condizioni non migliorano, fino al decesso. Dalla Sicilia arriva un’altra triste storia, precisamente da Acate in provincia di Ragusa: qui viveva Igor Belfiore, ragazzo di 18 anni morto lo scorso 24 gennaio all’ISMETT di Palermo dopo aver subito un trapianto di fegato. Adesso i genitori vorrebbero solo conoscere chi ha ricevuto il trapianto degli organi del figlio, il cuore, il rene e i polmoni.
A raccontare la tragica storia a Palermo Live è la mamma di Igor, la signora Samanta: “Sabato 13 gennaio di sera aveva la febbre alta con 38° La domenica stessa situazione con febbre anche fino a 39°. Vomitava, si sentiva debole e le urine erano scure. Poi dopo circa quattro giorni la febbre gli era passata, ma mercoledì notte avvertì un forte dolore alla pancia. Febbre non ne aveva. Decidiamo quindi di portarlo in auto in ospedale a Vittoria dove all’arrivo ha vomitato. Igor, però, non era collaborativo con i medici. Gli hanno fatto l’antidolorifico poi gli hanno fatto gli esami dove le condizioni del fegato sono risultate bruttissime. Dagli accertamenti è risultato che mio figlio aveva un’epatite brutta”.
Il trapianto del fegato e il decesso
Si decide quindi per il trasferimento con l’elisoccorso da Vittoria all’Ismett di Palermo dove c’era un posto. “Il trapianto di fegato era andato bene, il problema è stato l’edema che non si è riassorbito. Il 24 gennaio di mattina ci hanno comunicato il decesso”. Una morte che la famiglia non accetta: “Non mi do pace, mio figlio era sano come un pesce. Faceva sport, non beveva e non fumava. Per i medici potrebbe essere stato l’effetto del paracetamolo perché può fare un danno epatico”.
Organi donati, ma riceventi (in parte) sono anonimi: “Voglio sapere dov’è il cuore di mio figlio”
La decisione di donare gli organi a quattro persone: “All’inizio ero titubante, poi ho detto che in questo modo Igor continuava a vivere nel corpo di altre persone. Un ragazzo di Palermo che ha ricevuto il trapianto di rene ci ha contattato, ma voleva aspettare un po’ di tempo prima di vederci in rispetto del nostro dolore. Poi lo abbiamo incontrato e a breve verrà a casa nostra. Sugli altri trapianti non sappiamo nulla”. Ed è qui che mamma Samanta, in lacrime, lancia un appello: “Aiutatemi a trovare il cuore di mio figlio, soprattutto quello”.
Anche in questo caso, come quello della famiglia di Nicolò Mancuso raccontato dalla nostra redazione, la famiglia di Igor sta avendo difficoltà nel trovare le altre persone che hanno ricevuto il trapianto degli organi del figlio: “Non abbiamo ricevuto nessuna notizia, non sappiamo nemmeno dove sono andati a finire. Vogliamo sapere solo se le persone che hanno gli organi di mio figlio stanno bene. L’ISMETT ci ha solo mandato una lettera dicendo che i trapianti erano andati bene e nulla più. Assurdo, la famiglia dona e poi i riceventi non riescono a farsi avanti. Più andiamo avanti, secondo noi e meno donatori ci saranno se poi si devono avere queste difficoltà”.