Orlando scrive a Orlando: “Non verrò più in Consiglio fino a che…”
Il sindaco comunica al presidente del Consiglio comunale che non parteciperà ai lavori consiliari sino al voto della mozione di sfiducia. E anzi gli chiede di fare presto a portarla in aula
Leoluca Orlando ha preso carta e penna e ha scritto al suo omonimo presidente del Consiglio Comunale per comunicargli che né lui né i componenti della Giunta Comunale andranno più in aula a partecipare ai lavori d’aula e non saranno presenti neanche ai lavori delle Commissioni. Anzi, il sindaco sottolinea a Salvatore Orlando di far presto a calendarizzare il voto di sfiducia “per il rispetto istituzionale dovuto al Consiglio
Comunale”.
Una lettera di poche righe, stringata, che non lascia spazio ad interpretazioni. Le parole essenziali che da un lato evidenziano la sobrietà con cui la materia deve essere affrontata e dall’altro il distacco che nasconde l’irritazione per un passaggio che viene letto come un vero e proprio sgarbo.
La mozione di sfiducia al sindaco è stata votata da 19 consiglieri comunali, per mandare a casa Orlando di voti ce ne vorranno altri 5 oltre a quelli dei firmatari perché la legge prevede che non sia sufficiente la maggioranza più 1, ma che il 60% dell’aula debba esprimere il suo voto contrario al primo cittadino.
E non è un mistero che la campagna acquisti sia da tempo cominciata. Emissari dell’opposizione stanno dragando il campo di Italia Viva, la formazione con più consiglieri e quella dove si ritiene più facile catturare dissenso. Ciò al netto dei franchi tiratori che potrebbero, tuttavia, indebolire il fronte dell’opposizione. Perché, come sussurrano i più esperti consiglieri anti Orlando “un conto è portare la mozione di sfiducia in aula, ben altro è andare tutti a casa con un anno e mezzo di anticipo. E fare un regalo solo alla Lega”.
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