Continuano le indagini nell’ambito dell’operazione “Affari preziosi”, con implicati esponenti della famiglia Fontana, che fa parte del mandamento mafioso di Resuttana, storicamente dominante nei quartieri Arenella e Acquasanta. Come hanno spiegato le Fiamme Gialle, è stato accertato il reimpiego di ingenti risorse finanziarie, provenienti dai reati commessi nel territorio palermitano, nel lucroso business del commercio in nero degli orologi di lusso, destinati a facoltosi clienti. “Ponendo in essere ─ è stato specificato ─ artificiose operazioni finanziarie anche con l’estero, grazie a una fitta rete di relazioni d’affari con numerosi soggetti, tra cui stimati operatori del settore compiacenti esercizi di “compro-oro” e gioiellerie ubicati su Londra, Milano, Roma e Palermo”.
Per quanto riguarda Palermo, come scrive oggi il Giornale di Sicilia, sono indagati per riciclaggio a favore del clan Fontana due gioiellieri, con negozi in centro. Nei loro confronti sono scattati anche due sequestri preventivi di contanti per circa 125 mila euro. Secondo gli investigatori i due commercianti hanno avuto contatti con i Fontana, specializzati nella rivendita di orologi costosissimi. Si tratta di Umberto Di Bella, 46 anni, titolare della ditta “Umberto Di Bella Orologi” di piazza Castelnuovo 12. L’altro è Vincenzo Buscetta, 52 anni, responsabile della gioielleria “Minuti preziosi” di Via Francesco Lo Jacono 22/B. A Di Bella sono stati sequestrati 120 mila euro. Che, come si legge nel provvedimento, «sarebbe la somma di denaro di illecita provenienza oggetto dell’attività delittuosa in relazione all’ipotesi di riciclaggio». Con la stessa motivazione, a Buscetta sono stati sequestrati 5 mila euro.
Secondo la ricostruzione dell’accusa, i due esercenti avrebbero partecipato all’attività illegale dei Fontana, consistente nella vendita di orologi di lusso. Frodando il fisco e riciclando denaro. «Il commercio di orologi ha inevitabilmente comportato che nel corso degli anni – scrive il gip Piergorgio Morosini -, membri della famiglia Fontana instaurassero rapporti con numerosi titolari di gioiellerie sia sul territorio milanese ma anche sul territorio palermitano».
Oltre a Di Bella e Buscetta, sono in corso accertamenti anche per altre tre ditte di Palermo. Una è quella di Antonino Cinà, titolare di un negozio in piazza Diodoro Siculo 8, esercente che ha un’attività di «riparazione di orologi e di gioielli». La seconda ditta appartiene a Pierfulvio Pecoraro, che in via Gaetano Daita 48, esercita l’attività di «commercio al dettaglio di orologi, gioielleria e argenteria». Cinà e Pecoraro non risultano indagati e le loro attività non sono sequestrate. C’è anche un quinto negozio, che invece è stato sequestrato. È sito in via Isidoro Carini, ed è gestito dai fratelli Antonino e Gaetano Battaglia. Dentro questo negozio sono state effettuate alcune compromettenti intercettazioni ambientali.