Odiose, raccapriccianti, inaccettabili: questo tris di aggettivi per definire le violenze perpetrate nei confronti dei bambini e degli anziani. Perchè quando a essere colpite sono le fasce più deboli della società, l’animo di ciascuno ne esce più che mai scosso. Asili e casa di riposo, luoghi che per definizione dovrebbero evocare gioia ma anche calma e serenità, troppo spesso si trasformano in terribili lager. L’ennesimo fatto di cronaca nera, che ha per protagonisti persone pronte a dismettere i panni degli angeli custodi per indossare quelli degli aguzzini accade a Palermo, in viale Lazio. Maltrattamenti, lesioni personali, violazioni sulla tutela della salute e della sicurezza sui luoghi di lavoro. Raggiunta dal nostro giornale, a fornirci un’importante testimonianza è la signora Irene Fazio, figlia di Rosalia Frenna ospite del centro.
Riavvolgendo il nastro, è dietro segnalazione di un’ospite della struttura che avviene il sequestro della onlus “I nonnini di Enza”, che gestiva la casa di riposo. A portare avanti le indagini la Guardia di Finanza, pronta a svelare gli orrori grazie a diverse intercettazioni. In attesa che vengano comminate le condanne, la struttura sarà affidata ad un amministratore giudiziario nominato dal Tribunale di Palermo. In questo modo l’attività potrà andare avanti e garantire la tutela degli anziani ospiti del centro.
“Mia madre, affetta da demenza senile, da un lato non comprende del tutto ciò che è avvenuto – dichiara la signora Fazio a Palermo Live. Ma è altrettanto certo che assistere a questi eventi bene non le ha fatto. Tutto ciò che non è estremamente sereno e calmo la turba profondamente. Nessuno di noi sospettava quanto si è verificato. L’argomento è complesso e si presta ad una serie di analisi. In primis il discorso riconducibile alla titolare che, pur dichiarandosi presente, evidentemente si disinteressava di come fosse effettivamente gestita la casa di riposo. La gestione completa è stata lasciata nella mani di queste inservienti rivelatesi a conti fatti del tutto inadeguate. Difetti dei quali mi ero accorta in prima persona ma che mai mi hanno indotto a credere nella possibilità che fosse usata violenza nei confronti degli ospiti.”
Si ripresenta il tema del sistema di videosorveglianza negli asili e nelle case di riposo. “E’ chiaro che sarebbero deterrenti fondamentali. Lo affermo con convinzione ancor più dopo avere toccato con mano cosa significa avere maltrattati i propri cari. Ripeto che nessuno dei parenti degli anziani presenti avrebbe potuto immaginare quanto successo. E’ chiaro che, al minimo sospetto, non avrei mai e poi mai lasciato mia madre in quel posto. Tra l’altro, scelsi questa struttura due anni fa proprio per la fiducia che mi ispirava. Completamente aperta, la casa di riposo mi permetteva di entrare e uscire quando volevo, in modo da potere accompagnare mia madre anche sul tardi dopo una cena al ristorante.”
Infine, Irene Fazio racconta dei rapporti intrattenuti con la giovane amministratrice, Vincenza Alfano, e i dipendenti, Maria Grazia (55 anni), Carmelina (52 anni) e Mariano Ingrassia (63 anni). “Riguardo Enza ho nella memoria del cellulare almeno un centinaio di messaggi, molti dei quali in cui le davo consigli per gestire al meglio la sua attività. Sono chiaramente a disposizione degli inquirenti. Riguardo gli impiegati, a meno di essere smentita da eventuali immagini, non riesco a credere nella colpevolezza del signor Mariano Ingrassia, persona a modo e disponibile.”