Ospedali, medici mettono in guardia da questa “pandemia silenziosa”: uccide migliaia di persone al mese

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Quando si entra in ospedale si può contrarre qualche altra patologia che si può rivelare potenzialmente letale

Le infezioni ospedaliere da Stafilococco aureo rappresentano un serio rischio per i pazienti ricoverati. Quando un’infezione nosocomiale porta al decesso del paziente per colpa medica, i familiari possono chiedere un risarcimento per la perdita del rapporto parentale. In questo articolo, analizziamo come si verifica un’infezione da Stafilococco aureo, come dimostrarne la responsabilità e il caso esaminato dal Tribunale di Napoli.

Lo Stafilococco aureo è un batterio comunemente presente sulla pelle e nelle mucose. Tuttavia, in ambiente ospedaliero può diventare particolarmente pericoloso, soprattutto nella sua variante resistente alla meticillina (MRSA). Le infezioni da MRSA sono difficili da trattare e possono causare gravi complicazioni, come sepsi, polmoniti e infezioni chirurgiche.

Le infezioni ospedaliere derivano principalmente da pratiche igieniche inadeguate. La mancata sterilizzazione degli strumenti, la scarsa igiene delle mani da parte del personale sanitario e la contaminazione delle superfici possono favorire la diffusione del batterio. La prevenzione richiede rigorose misure di igiene e l’applicazione di protocolli sanitari.

Per ottenere un risarcimento, il paziente o i suoi familiari devono dimostrare che l’infezione è stata contratta durante il ricovero. La prova si basa su: La documentazione del ricovero e delle cure ricevute. La dimostrazione del nesso causale tra l’infezione e il decesso. L’assenza di infezioni pregresse al momento del ricovero. La struttura sanitaria, per escludere la responsabilità, deve dimostrare di aver adottato tutte le misure preventive previste dalle linee guida e dalle leges artis.

Il caso del Tribunale di Napoli

Un caso emblematico è stato affrontato dal Tribunale di Napoli con la sentenza n. 5030 del 15 maggio 2023. Un paziente, ricoverato per un intervento di bypass aortocoronarico, ha contratto un’infezione da Stafilococco aureo MRSA. Nonostante la terapia antibiotica, il paziente è deceduto.

La consulenza tecnica d’ufficio (CTU) ha confermato il nesso causale tra l’infezione e la morte, attribuendo la responsabilità alla struttura sanitaria per le carenze igieniche riscontrate.

Il Tribunale di Napoli ha riconosciuto ai figli del paziente un risarcimento superiore a 170.000 euro ciascuno, e tra 80.000 e 120.000 euro per le nipoti. La liquidazione del danno si è basata sulle Tabelle di Milano, che rappresentano un riferimento per la quantificazione del danno non patrimoniale.

Ospedali - fonte pexels - palermolive.it
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Termini per richiedere il risarcimento

I familiari del paziente deceduto hanno 5 anni di tempo per chiedere il risarcimento, a partire dalla data del decesso o dal momento in cui hanno avuto conoscenza delle cause della morte. Superato questo termine, il diritto al risarcimento si prescrive. Per avviare un’azione legale, è fondamentale rivolgersi ad avvocati esperti in malasanità e a consulenti medici legali.

Questi professionisti valuteranno la documentazione clinica e forniranno supporto nella fase giudiziale e stragiudiziale. Se sospetti che un familiare abbia contratto un’infezione ospedaliera fatale, non esitare a contattare uno studio legale specializzato per ottenere il giusto risarcimento.