Dall'Italia

Ottiene il ricongiungimento coi figli ma muore prima dell’incontro: la storia di Annick, giovane mamma coraggio

È una storia straziante quella di Annick Mireille Blandine, 37enne ivoriana che abitava a Dicomano, in provincia di Firenze, ormai da anni. A condividerla su Facebook il sindaco Stefano Passiatore, che racconta la tragica vicenda della giovane madre che ad un passo dal ricongiungimento coi figli non è riuscita a realizzare il suo sogno. 

La storia di Annik

“Annik era una giovane donna ivoriana di 37 che da un po’ di tempo si trovava in Italia – inizia il post -. Una parte della famiglia con il padre e il fratello si è stabilita a Perugia mentre lei, da sola, è venuta ad abitare a Dicomano. Annik si è impegnata molto sul lavoro perché aveva un obiettivo: ricongiungersi con i figli, Kady e Jean Loic, che si trovavano in Costa d’Avorio con il padre. Decide quindi di fare il possibile per garantire un futuro migliore anche a loro. Lavora fino a riuscire a prendere in affitto una casa rendendola accogliente, in vista del ricongiungimento, con mobili e arredi acquistati nei negozi di usato”.

“Annik inizia le procedure per il ricongiungimento che, sulla carta, richiedono 120 giorni. La burocrazia però ci mette del suo e non riesce a chiudere la pratica fino a quando alcune persone, che la conoscono da anni come Cinzia e Marcella, decidono di prendersi a cuore la sua storia. Tramite il lavoro di un avvocato riesce finalmente ad avere, dopo 12 mesi, il nulla osta al ricongiungimento. Ho ascoltato il messaggio che Annik ha inviato a Cinzia all’ottenimento del nulla osta: pochi minuti che ti fanno stringere il cuore. Una gioia autentica, un sogno realizzato anche se molto, troppo, tempo dopo“.

“Annik muore per un malore due settimane dopo aver ricevuto il nulla osta e muore sola, senza essere riuscita a riabbracciare i figli perché ancora in corso le procedura in ambasciata. Ho parlato con Cinzia, che ringrazio di cuore, e con i familiari di Annik. Faremo il possibile perché Kady e Jean Loic possano avere quel futuro che sua madre aveva sognato per loro”.

“Uno stato non può impiegare oltre un anno per un ricongiungimento familiare”

La storia della giovane ivoriana e della sua famiglia è stata ripresa dal Corriere Fiorentino. Una vicenda che ha profondamente commosso la comunità di Dicomano, che ora sta pensando di adottare i ragazzi.

“È straziante venire a sapere che una propria assistita, di 37 anni, è morta – commenta alla testata l’avvocato Gennaro Santoro, dell’associazione Antigone – . Annik era una donna che da oltre un anno aveva chiesto il ricongiungimento con i propri figli che vivono in Costa D’Avorio. Annik, circa due mesi fa, mi aveva chiesto di sollecitare quella pratica e finalmente l’11 novembre scorso ha ottenuto il nullaosta al ricongiungimento. Ma ora Annik non c’è più e con lei se ne va anche il sogno di ricongiungersi con i figli che non vedeva da otto lunghi anni. Perché uno stato non può impiegare oltre un anno per un ricongiungimento familiare. Perché non può essere più veloce la morte di un diritto al ricongiungimento. Di una maledetta pratica che potrebbe essere chiusa in 30 giorni, senza tanto impegno o difficoltà. E che comunque per legge non deve durare più di 120 giorni”.

“In nome di Annik e dei suoi figli dobbiamo fare in modo che lo Stato italiano non continui a mandare alle ortiche i sogni di tante mamme che vivono di sacrifici in nome di quel loro dolce sogno di garantire ai propri figli un futuro più dignitoso di quello che hanno vissuto sulla loro pelle. Nel mio piccolo, nel nostro piccolo, non mi dimenticherò di Annik. Nelle prossime settimane, lanceremo una class action contro questa barbarie, contro i sistematici e drammatici ritardi di prefetture e ambasciate nel consentire il ricongiungimento familiare. In nome di Annik”.

Foto da Pixabay

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Redazione PL