L’inizio del mese di ottobre bussa alla porta. Ma non solo. Minaccia concretamente i nostri conti per il rincaro delle forniture di luce e gas. Si prevede, così come dichiarato dal Ministro per la Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, un aumento di circa 100 euro l’anno per la luce e 400 per il gas.
I motivi di questi aumenti sono molteplici. In primis il trend di un mercato al rialzo. I costi dei materiali hanno raggiunto la vetta vista la situazione economica mondiale e le forniture di gas sono minime. Ultima, ma non ultima, l’ascesa del prezzo per l’emissione di anidride carbonica. L’Arera – l’autorità per l’energia – ha dichiarato che il gas «risulta in aumento di circa il 50% rispetto a quello utilizzato per l’aggiornamento del secondo trimestre 2021». Considerando che è una delle fonti di energia più care, dato che è di importazione, vedremo gonfiare i prezzi del gas anche per un fattore climatico. La domanda è aumentata a dismisura dopo le temperature estreme registrate sia d’inverno che d’estate. Ragionando invece sui costi di emissione, va detto a monte che le grandi aziende dell’UE devono acquistare dei permessi per inquinare. L’incremento di costi di tali permessi nell’ultimo anno è palpabile e per rientrare della cifra le bollette riceveranno una sovrattassa.
Il governo aveva già stanziato 1,2 miliardi di euro, ottenuti dal sistema dello scambio di quote di emissione. Tuttavia questa misura sembrerebbe non bastare. Al momento sta vagliando una vera e propria riforma per diminuire la spesa dei contribuenti. L’idea sarebbe quella di trasferire gli oneri per le energie rinnovabili alla fiscalità generale. Anche l’Arera si è pronunciata positivamente. In sostanza verrebbero eliminate dalla bolletta quelle voci non direttamente connesse agli obiettivi di sviluppo sostenibile.