Neonato abbandonato nelle campagne di Paceco, arrestati i genitori di 16 e 19 anni
Dall’esame del dna svolto si è avuta la conferma che la mamma del neonato fosse la sedicenne. I campioni biologici della placenta e della ragazza erano perfettamente sovrapponibili
I Carabinieri di Trapani hanno arrestato i genitori del neonato abbandonato a Paceco lo scorso ottobre. Si tratta di un ragazzo di 19 anni e una minorenne di 16, sono accusati di abbandono e di tentato omicidio in concorso. Il padre è stato è stato trasferito presso la casa circondariale Pietro Cerulli di Trapani mentre la sedicenne si trova in una struttura protetta a Roma.
Indagine lunga e scrupolosa quella condotta dai carabinieri che hanno visionato diverse immagini dei sistemi di video sorveglianza; sono stati ascoltati i residenti della zona, i proprietari dei veicoli transitati in quell’area, eseguiti accertamenti presso ospedali, pronto soccorso, consultori provinciali, medici di base, guardie mediche e anche presso gli istituti scolastici. Fino a quando il campo si è ristretto ai due giovani del centro di Trapani, in particolar modo l’attenta attività investigativa ha permesso di raccogliere gravi elementi indiziari a carico della giovane. Dall’esame del dna svolto si è avuta la conferma che la mamma del neonato fosse la sedicenne. I campioni biologici della placenta e della ragazza erano perfettamente sovrapponibili, con una probabilità “di un milione di miliardi rispetto l’opzione contraria” come l’hanno definita i militari.
A ritrovare il piccolo erano stati una coppia di contadini tra le campagne di Paceco in provincia di Trapani. Gli era stato tagliato il cordone ombelicale. Gli è stato dato il nome di Francesco Alberto, come il nome dei primi carabinieri che lo hanno soccorso. “Non voglio giudicare nessuno perché non so quale storia ci sia dietro, ma certo di questi tempi ci sono mille modi per vivere una maternità non voluta, modi che non mettano a rischio la vita del bambino che è vivo per miracolo”. Così ha dichiarato Alberto Marino, vicebrigadiere dell’Arma che ha partecipato alle operazioni di soccorso del neonato.
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