Padre Pino Puglisi e il dono del sorriso, 31 anni fa l’omicidio da parte della mafia

Don Pino Puglisi

Sono 31 gli anni passati da quel maledetto 15 settembre 1993, quando Don Pino Puglisi venne ucciso da Cosa Nostra nel giorno dei suoi 56 anni. Il sacerdote con la sua opera di bene ha cercato di educare di i bambini e i ragazzi per sottrarli alle organizzazioni criminali. La sua “arma” principale era il sorriso.

Per molti era un punto di riferimento nel suo quartiere, Brancaccio a Palermo. Lottava per far si che venissero create scuole aperte a tutti. Il diktat di Padre Pino Puglisi era uno solo: l’educazione arma per combattere la criminalità organizzata. La scuola per lui doveva essere l’alternativa alla violenza, per spiegare le proprie ragioni e comprendere quelle degli altri, per diventare dei veri rompiscatole, proprio come si definiva lui: persone che non abbassano lo sguardo davanti alle ingiustizie, ma le combattono con la gentilezza.

Sguardo che Padre Pino Puglisi non ha abbassato nemmeno davanti ai suoi killer. Anzi ha usato il suo “cavallo di battaglia”, il sorriso, per affrontare i suoi assassini, Salvatore Grigoli e Gaspare Spatuzza che dopo l’arresto del 1997 hanno iniziato un percorso di pentimento e conversione.

Sorridendo Don Puglisi ha insegnato a perdonare, a essere semplici, dolci e positivi. E ce lo ha dimostrato anche nell’ultimo atto della sua vita: un sorriso, accompagnato dalla cultura e dall’educazione, può sconfiggere la mafia.

Domenica alle ore 18 nella Cattedrale di Palermo verrà celebrata la santa messa in memoria del Beato Puglisi, presieduta dall’arcivescovo Corrado Lorefice.

Il ricordo di Lagalla

La gentilezza e la tenacia di padre Pino Puglisi, a 31 anni dalla sua uccisione per mano mafiosa, restano ancora oggi un’eredità da non disperdere. Togliendo i giovani dalla strada ed educandoli alla legalità, ha combattuto a suo modo Cosa nostra. Il mio sentito ringraziamento va al Centro Padre nostro che oggi nel quartiere di Brancaccio è la realtà che porta concretamente avanti l’esempio del Beato Puglisi. Le istituzioni devono accompagnare il Centro di accoglienza perché realizzare i progetti di padre Puglisi è il miglior modo per onorarne la memoria”. Così il sindaco di Palermo Roberto Lagalla.