Nel “Borgo della Pace”, al centro del triangolo compreso tra Baucina, Villafrati e Bolognetta, il 70enne Padre Paolo Turturro vive e celebra messa ormai da tre anni. Un luogo divenuto meta di turismo spirituale, dal quale, attraverso il sito internet della storica associazione “Dipingi la Pace“, l’uomo di Chiesa scrive quasi quotidianamente i suoi pensieri e le sue poesie. Ma questi sono i tempi governati (ancora) dal coronavirus, dalla paura del contagio che ne consegue e, dunque da tutte quelle misure precauzionali atte a contenerlo il più possibile. Tempi in cui nessun posto può dirsi al riparo, neppure i placidi comuni siti nelle campagne a debita distanza dalle più affollate aree metropolitane. Anzi.
Nel caso di Villafrati, infatti, nel cui territorio sorge proprio “Il Borgo della Pace”, in proporzione al numero di abitanti il Covid-19 ha colpito ancora più duro che a Palermo. Unica zona rossa della provincia, quando è scoppiata l’emergenza nel paese erano state trovate 77 persone positive, con il focolaio che aveva avuto origine nella Rsa Villa delle Palme. Un incubo, la cui eco della morte (16 le vittime) sarà giunta nitida alle orecchie e all’animo di Padre Paolo Turturro. Oggi, se non del tutto rientrata, l’emergenza sembra essersi affievolita, tanto da consentire una progressiva ripresa delle attività sociali ed economiche. Tra queste quelle riguardanti il mondo della fede, con le attività delle Chiese in primo piano. E’ notizia di oggi che, con la Fase 3 è decaduta l’ennesima restrizione: via libera anche per le processioni religiose. Decisione che non ha fatto registrare l’unanimità dei consensi, con la Conferenza episcopale siciliana, pronta a frenare. Raggiunto da Palermo Live, Padre Paolo Turturro ha così commentato.
“Sulla processione del Corpo domini, non è tempo ma l’avrei fatta. È l’Eucarestia che, a maggior ragione di questi tempi, funge da balsamo per l’animo degli uomini, fortemente provati da un periodo buio. Come fosse Gesù quando passava per le vie d’Israele confortando il suo popolo. Per quanto riguarda invece le altre processioni dei vari Santi, avrei le mie perplessità, i miei dubbi e le mie attenzioni. Perchè – commenta Padre Turturro a Palermo Live – , ricordiamolo, le processioni non sono gestite direttamente dai parroci, ma sono in mano alle varie confraternite, dunque non è dato sapere in che modo potranno essere garantite le misure anti contagio imposte dai decreti governativi. Provate soltanto ad immaginare i fiumi di fedeli per le strade, al grido invocatorio del Santo di turno, tra centinaia di fiaccole, con le inevitabili spinte e congestioni proprie, per tradizione di questo tipo di manifestazioni. No, secondo me questo genere di decisioni vanno tarate, meditate, riconvertite. Le processioni potrebbero essere dei mezzi salutari per diffondere la fede e il Vangelo. Ma non è spesso questa la motivazione che spinge a organizzarle, visto che nelle confraternite che le organizzano non è raro trovare gente che non ha compiuto un buon cammino di fede, spesso pronte ad approfittare dello stanziamento di soldi della Regione. Ripeto – sottolinea Padre Turturro a Palemo Live – quella del Corpus Domini la farei subito, dal momento che, per come è organizzata permetterebbe tra l’altro il giusto distanziamento, con i fedeli che non andrebbero a toccare l’eucarestia mentre il sacerdote, tenendo in mano l’ostensorio passa in mezzo a tutti. Sono dell’idea che la migliore infiorata non sia quella della strada, bensì quella della volontà dei cristiani, quella dell’onestà, di giustizia, di bontà, con l’Ecaurestia pronta a infondere il coraggio di andare avanti. È la parola di Cristo: “Non abbiate paura, io sono sempre con voi, se voi sarete con me vincerete il mondo della cattiveria, della disonestà e non ultimo lo stesso mondo del coronavirus”.