Palazzo Comitini, prossima sede del Comune di Palermo

La proposta di trasferimento degli uffici del Consiglio comunale di Palermo nei locali di Palazzo Comitini, sede dell’ormai ex Provincia Regionale, non piace ai sindacati. 
In una nota trasmessa al sindaco Roberto Lagalla, le sigle FP CGIL, CISL FP, UIL FPL e CSA esprimono dissenso in merito allo spostamento delle attività consiliari ed amministrative nei locali del Palazzo della Città Metropolitana di Palermo, che ha sede in via Maqueda 100. 
Un trasferimento motivato dai lavori di ristrutturazione a Palazzo delle Aquile, sede dei gruppi consiliari, e della conseguente chiusura dell’edificio. 
Secondo le previsioni, gli interventi dovrebbero durare dai due ai tre anni. 

IL NO DEI SINDACATI : LE RAGIONI

A rivolgere l’appello al primo cittadino sono, nello specifico, i segretari aziendali Gaetano Balistreri (UIL FPL), Salvatore Graziano (CISL FP), Antonella Gialombardo (FP CGIL) e Gioacchino Verciglio (CSA). 
“Le azioni coatte e coercitive di prendere possesso di stanze già occupate per anni da lavoratori dipendenti – dichiarano –  stanno creando non solo disagi e forti lamentele da parte dei lavoratori dell’ex Provincia, ma anche la promiscuità con altri soggetti provenienti dagli uffici comunali”.
“Tutto ciò – proseguono – rischia di tradursi in una macro-allocazione confusionale e poco gestibile, per via tra l’altro di lavoratori sottoposti a un regime orario e contrattuale di per sé differente”.
Ma non è tutto. 
Le preoccupazioni dei sindacati si concentrano anche attorno alla Sala Martorana di Palazzo Comitini, già in precarie condizioni. 
“Inopportuno e dannoso – spiegano – in primis per le preziose maioliche che ospita, farvi svolgere i lavori consiliari del Comune”. 
Da qui, il suggerimento rivolto alla Soprintendenza ai Beni culturali, di negare il trasloco. 

LE PAROLE DEL PRIMO CITTADINO

In un’intervista rilasciata all’ANSA, Roberto Lagalla commenta la netta opposizione dei sindacati.
“Bisogna spegnere i conflitti – ha dichiarato – e nelle prossime ore mi cimenterò per questo”.
Per il sindaco, la priorità è quella di garantire una sede al Consiglio comunale.
“Certamente – afferma il primo cittadino – non lo si può mettere in tenda: è necessaria una leale collaborazione istituzionale”. 
“Sarò un sindaco errante – ironizza – tra Palazzo Palagonia e Palazzo Comitini, con qualche incursione a Villa Niscemi, quando sarà disponibile perchè pare che la legionella sia indebellabile”. 

LA RINASCITA DELLE EX PROVINCE: “NECESSITÀ NON PIÙ RINVIABILE”

Ai nuovi eletti, i sindacati chiedono di occuparsi, semmai, di ripristinare le Province Regionali, i cosiddetti “enti intermedi”.  Piuttosto che utilizzare, seppure temporaneamente, gli spazi dove, ormai da anni, lavorano i dipendenti dell’attuale Città Metropolitana di Palermo. 
Una necessità non più procrastinabile, secondo le organizzazioni dei lavoratori, soprattutto in considerazione dei disagi legati alla mancata manutenzione delle strade e alle carenze di servizi in ambito scolastico e non solo. 
“Non è più rinviabile – si legge nella nota dei sindacati – il processo di ripresa dell’Ente, oggi allo stremo a causa della cronica assenza di personale”. 
Negli ultimi anni, infatti, non vi è stato alcun ricambio nell’organico per via degli esodi pensionistici e per la mancanza di mezzi idonei a garantire i servizi primari alla collettività. 
“Pertanto chiediamo – concludono gli esponenti sindacali – che si restituisca dignità all’Ente, salvaguardando la sede istituzionale dell’ex Provincia di Palermo e i dipendenti che, grazie alla nuova amministrazione, beneficiano del processo di formazione e alfabetizzazione informatica auspicato da tanto tempo”. 

Fonte foto: Pagina Facebook Palermo di una volta 

 

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Redazione PL