Palermitano muore nel carcere di Sulmona, la famiglia sporge denuncia: “Omissione di soccorso”
Il racconto della nuora del 62enne: “Qualcuno deve darci spiegazioni per questa tragedia”
Chiedono chiarezza i familiari di Pietro Guccione, 62enne palermitano morto qualche giorno fa nella casa circondariale di Sulmona (L’Aquila), dov’era detenuto. A segnalare la vicenda a Palermo Live è la nuora, Patrizia Sutera, che racconta gli ultimi giorni di vita dell’uomo e le perplessità nutrite dalla famiglia.
“Mio suocero giorno 13 dicembre racconta nella chiamata di diritto a mia suocera che la sera prima era stato male, era stato portato in infermeria e gli avevano misurato la pressione. La massima era a 200, a 110 la minima. Misure che fanno pensare a un futuro infarto o a un ictus – spiega -. Nei tre giorni successivi è stato male e ha chiesto un cardiologo e un elettrocardiogramma, perché aveva paura che gli stesse venendo un infarto. Soffriva infatti di pressione, prendeva anche una pillola”.
“Venerdì mattina mia suocera riceve una telefonata da un parente di un detenuto, che ha avuto l’amaro compito di dirle: “Forse lei ancora non lo sa, ma io ho sentito mio figlio e mi ha detto di riferirle che suo marito stamattina ha avuto un infarto ed è morto”. Finalmente poi hanno chiamato a casa di mia suocera dal carcere. Mi sono occupata di tutto io, personalmente. Mi hanno fatto le condoglianze e mi hanno detto che mio suocero era seduto insieme ad altri detenuti, stavano prendendo un caffè verso le 9 del mattino, si è sentito male ed è caduto a terra. Da lì non si è più ripreso. Questo il racconto del responsabile del carcere”.
Palermitano muore in carcere, la famiglia sporge denuncia
“Sabato un altro signore chiama a casa di mia suocera per fare le condoglianze. Ci dice: “Suo marito stava poco bene e l’hanno portato in infermeria, da lì non è più risalito”. Non coincide con il racconto della guardia. Perché queste bugie? Cosa sta succedendo? – si chiede Patrizia Sutera -. Ci raccontano che ha avuto per tre giorni dolori al petto e al braccio e che chiedeva un cardiologo e un elettrocardiogramma. Dovevano metterlo su un’ambulanza e mandarlo in ospedale. Una persona di 62 anni, che tra qualche mese, dopo quattordici anni, sarebbe uscito, è morta là dentro con un infarto. Mia suocera e i suoi figli sono nella disperazione più totale”.
“Adesso ho sporto denuncia alla Questura di Palermo per omissione di soccorso”, aggiunge la nuora del 62enne, la cui salma è attualmente ancora a Sulmona. “Mi hanno detto che il pm deve fare le valutazioni del caso e che quando lo riterrà opportuno potremo andare a prenderla. Sicuramente faranno l’autopsia e noi vogliamo che la facciamo perché vogliamo innanzitutto sapere se è morto di infarto, ictus o altro. E poi penso che il pm vedrà che per tre giorni era andato in infermeria con dolore al braccio e al petto. Ci devono spiegare perché non l’hanno mandato in ospedale, perché non hanno chiamato un’ambulanza. Perché ci hanno tolto mio suocero. Non possiamo crederci, qualcuno deve darci spiegazioni per questa tragedia. Piangiamo davanti a una foto, nemmeno abbiamo il corpo”.