“Mala tempora currunt” per i cosidetti furbetti abituati ad evadere i tributi locali. Per chi si ostinerà a non pagarli si attiveranno procedure sanzionatorie che arrivano alla revoca della licenza e delle concessioni esistenti per le attività produttive o al diniego di autorizzazioni per l’avvio di nuove attività. E’ questa la decisione partorita ieri sera dal Consiglio comunale di Palermo (18 favorevoli e 2 astenuti) per l’applicazione delle misure preventive per sostenere il contrasto dell’evasione dei tributi locali.
50 MILIONI DI EURO DI ENTRATE MINORI
L’approvazione del regolamento fornisce al Comune uno strumento in più per contrastare l’evasione dei tributi, che in alcune zone della città e per alcune categorie commerciali ha assunto dimensioni assolutamente inaccettabili”. Così Leoluca Orlando che, per quanto riguarda i numeri viene supportato da Rosario Arcoleo, capogruppo del Pd al consiglio comunale insieme alla consigliera Milena Gentile: “Solo nel 2019 le minori entrate hanno superato i 50 milioni di euro”.
LAVORO DI RISCOSSIONE SICILIA INSUFFICIENTE
“Si tratta di un provvedimento di fondamentale importanza il cui iter era iniziato ben prima della pandemia, ma che proprio il Covid ha reso ormai impellente. Grazie agli emendamenti approvati, abbiamo posticipato l’entrata in vigore del regolamento e innalzato da 100 a 1000 euro la soglia oltre la quale fare scattare le sanzioni. Bisogna però aggiungere anche la sostituzione di Riscossione Sicilia che si è dimostrata incapace di svolgere il ruolo di esattore, affidandosi ad altri soggetti”, dice Toni Sala, componente della commissione Bilancio.
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