Palermo, 500 in Piazza contro guerra e caro energia: bruciate alcune bollette

La manifestazione, organizzata dall’Assemblea No Guerra, è partita alle 17 da piazza Verdi.

Oggi pomeriggio Palermo è scesa in piazza per dire basta alla guerra e basta al caro bollette.

La manifestazione, organizzata dall’Assemblea No Guerra, è partita alle 17 da piazza Verdi. Circa 500 lavoratori, commercianti, studenti, agricoltori, realtà cittadine hanno attraversato via Maqueda per arrivare davanti la sede del Comune, a piazza Pretoria. 

Protesta a Palermo contro caro energia: bruciate bollette della luce

Qui sono state simbolicamente bruciate alcune bollette della luce. Si urla al microfono che con il carovita non si campa più e che se il Governo che si sta formando non saprà dare risposte concrete ai cittadini bloccando la speculazione delle multinazionali dell’energia e abbassando il prezzo delle bollette, troverà nelle piazze la più ferma opposizione. 

Dalla guerra alla crisi energetica

“Lo Stato italiano ha deciso di aumentare di ben 13 miliardi le spese militari dei prossimi anni, portandole a ben 38 miliardi entro il 2028. Soldi che potrebbero essere spesi per aiutare le famiglie e i lavoratori in crisi, soldi che potrebbero essere spesi per aiutare le persone a pagare le bollette, ma che invece vengono utilizzati per armamenti che porteranno soltanto distruzione e morte” – spiega Giovanni Castronovo di Trinacria. 

Il quadro sociale è in effetti complicato. Dopo due anni di pandemia e crisi economia, dopo la guerra in Ucraina, è arrivata anche la crisi energetica. “La mazzata finale” dicono diversi commercianti che rischiano di chiudere la saracinesca, licenziando i dipendenti, perché non riescono più a pagare bollette salatissime. 

Castronovo: “E’ in atto un’incredibile speculazione”

In un quadro drammatico, in cui sempre meno famiglie riescono ad arrivare a fine mese, si è inserita anche la crisi energetica. È in atto una incredibile speculazione: mentre il prezzo delle bollette è aumentato del 162% nell’ultimo anno e del 60% a partire dal primo ottobre, le multinazionali dell’energia come Eni, Enel o Edison fanno profitti che non avevano nemmeno mai sognato di poter fare. I dirigenti delle multinazionali festeggiano mentre le attività chiudono, perché i commercianti non riescono a pagare le spese per poter lavorare, mentre migliaia di persone vengono licenziate e lasciate in mezzo a una strada, mentre le famiglie non possono più permettersi di accendere i riscaldamenti in casa o si ritrovano le utenze staccate per morosità” – continua Castronovo. 

“Vogliamo risposte dal nuovo Governo”

Il nuovo governo, che si formerà nelle prossime settimane, dovrà dare risposte concrete e aiuti reali a tutti quei cittadini che rischiano di passare l’inverno al freddo perché non riescono a pagare le bollette più alte di sempre, a tutti quei cittadini che non riescono più a fare la spesa perché a causa dell’inflazione è aumentato il prezzo di tutto, anche dei beni di prima necessità, o il rischio di agitazione sociale è concreto. 

“Il comune aiuti chi rischia di non arrivare a fine mese”

“Il corteo è arrivato fino al Comune perché in una fase di crisi eccezionale, in cui servirebbero delle misure eccezionali per contrastarla, l’Amap stacca l’acqua alle famiglie per morosità, perché non riescono a permettersi di pagare le utenze. E invece di fare pressione sul governo centrale contro il caro bollette e bloccare gli stacchi, emana un’ordinanza che crea disagi ai commercianti, già in forte crisi economica, che li obbliga a ridurre l’occupazione del suolo pubblico per il passaggio del corteo. Il comune si occupi di fare davvero qualcosa per aiutare tutte quelle persone che rischiano di non arrivare a fine mese, che alla sicurezza durante il passaggio del corteo ci pensiamo noi manifestanti” – conclude Castronovo. 

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