Palermo, spuntano altri manifesti in città col simbolo “Forza mafia” con mirati attacchi al centrodestra

Il nuovo atto provocatorio è rivendicato dal “Collettivo artistico Offline Corporation”

A due giorni esatti dal trentennale della strage di Capaci, tornano nuovamente a campeggiare a Palermo opere di subvertising di carattere politico, rivendicate dal “Collettivo artistico Offline Corporation”, lo stesso che qualche giorno fa ha scatenato non poche polemiche con finti manifesti elettorali in cui il logo di “Forza Italia” era diventato “Forza Mafia” e la Dc “Democrazia Collusa”.

I NUOVI MANIFESTI DI SUBVERTISING

Nelle nuove opere si vede una Fiat 126. Lo stesso modello che il 19 luglio del 1992 fu imbottito di tritolo ed esplose in via D’Amelio uccidendo il giudice Paolo Borsellino e i cinque agenti della scorta: Emanuela Loi, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Eddie Walter Cosina e Claudio Traina. E poi la scritta “Quando vai a votare ricordati chi è Stato”. Con la s di “Stato” provocatoriamente maiuscola e il simbolo di Forza Italia modificato ancora una volta in “Forza mafia“.

Alla fine del manifesto, la storia di quell’indagine che portò all’iscrizione nel registro degli indagati Silvio Berlusconi e Marcello Dell’Utri. Nel 2014 l’ex Senatore di Forza Italia, proprio per questa vicenda, venne condannato a 7 anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa.

ALTRO ATTACCO A FORZA ITALIA

E poi un altro finto manifesto elettorale con la foto dello stalliere di Arcore Vittorio Mangano, definito da Paolo Borsellino una delle teste di ponte dell’organizzazione mafiosa del Nord Italia; l’uomo chiave che portò Silvio Berlusconi e l’ex senatore di Forza Italia, Marcello Dell’Utri, ad essere indagati come mandanti delle stragi di Capaci e di via D’Amelio. In alto la scritta “Per una Palermo finalmente libera dalla magistratura vota Vittorio Mangano” e l’immancabile simbolo “Forza mafia”.

I manifesti sono comparsi questa mattina in punti strategici della città: alla Cala, proprio sotto il murale di Falcone e Borsellino; in via Mariano Stabile, nel palazzo in cui era ubicata la sede del quotidiano “L’Ora” e in piazza San Francesco di Paola.

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