Palermo, Aron il cane bruciato vivo: chiesta l’archiviazione
Le oltre venti associazioni che da tutta Italia avevano presentato denuncia, avranno ora a disposizione, in qualità di persone offese, venti giorni per opporsi alla richiesta del PM.
La procura di Palermo ha richiesto l’archiviazione per l’uomo che lo scorso gennaio a Palermo è stato accusato di aver dato fuoco ad Aaron, il pitbull bruciato vivo in piazza Croci. Così ha deciso il pubblico ministero responsabile del procedimento. Le oltre venti associazioni che da tutta Italia avevano presentato denuncia, avranno ora a disposizione, in qualità di persone offese, venti giorni per opporsi alla richiesta del PM.
Le parole di Enrico Rizzi
A darne notizia è Enrico Rizzi, commissario del Dipartimento tutela animali e lotta alle zoomafie di Sud chiama Nord e candidato al Parlamento europeo. “Dire che sono incredulo è poco – ha dichiarato Enrico Rizzi – Cos’altro dovrei pensare per un provvedimento che riguarda una persona accusata di avere dato fuoco ad un cane vivo. Ad ogni modo – ha aggiunto Rizzi – attendo le motivazioni per le quali ho già attivato i miei legali”.
Dopo il gravissimo fatto fece capolino sui giornali l’ipotesi di uno stato confusionale della persona. “Anche se così fosse – ha voluto specificare Rizzi – mi chiedo quali interventi sono previsti dal nostro ordinamento giuridico per evitare nuove azioni delittuose”.
La tragica fine del povero Aaron ha indignato l’Italia intera. Oltre mille persone aderirono alla manifestazione organizzata da Rizzi proprio in piazza Croci, mentre diverse centinaia sfilarono un mese dopo per le strade del centro. “Credo – ha aggiunto Rizzi – che ve ne sia abbastanza per una corposa revisione della legislazione attuale. Ricordo che questo soggetto venne visto per diversi giorni nello stesso luogo non negando quanto aveva commesso”.
La vicenda, ora, è nelle mani dei legali. Dalle prime notizie si è appreso che l’incartamento allegato alla richiesta di archiviazione è composta da oltre 500 pagine.