Tensioni in casa Palermo, dopo le dichiarazioni rilasciate alla stampa dal capitano Matteo Brunori al termine della semifinale di ritorno dei playoff disputata in casa del Venezia. “Giocare a Palermo non è semplice – aveva detto il centravanti – perché hai delle pressioni che inevitabilmente ti responsabilizzano. È una piazza che ti esalta, facendoti sentire un calciatore importante, ma allo stesso modo in un attimo ti distrugge”.
Parole che non sono passate inosservate, accendendo subito gli animi di una tifoseria già sull’orlo dei nervi e profondamente delusa dal rendimento offerto dalla squadra nel corso di un intero campionato. Una sorta di “tradimento” da parte del condottiero ed uomo simbolo della squadra, uno scaricare le colpe di un fallimento sportivo sulle spalle dei tifosi: questo almeno è quello che parte del popolo rosanero ha percepito dalle dichiarazioni del capitano. Un disappunto che si è manifestato inizialmente con “attacchi” mirati sui social e adesso perfino con uno striscione firmato UCS apparso fuori dallo stadio Barbera: “Della nostra città non sei degno – si legge -. Ma quale capitano, torna a Petrignano. Brunori vattene!”
Un segnale di rottura inequivocabile che non è detto riesca a sanarsi. Il futuro di Brunori nel capoluogo siciliano appare ad oggi sempre più incerto. Le strade potrebbero separarsi dopo tre campionati disputati ad ottimi livelli e 66 reti messe a segno. Numeri che lo innalzano, ad oggi, come il secondo miglior marcatore di sempre nella storia del Palermo.
Fonte Immagine: Facebook
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