Palermo, il caro-affitti fa un’altra vittima illustre: in via Norbartolo chiude Geox
Marianna Flauto Uiltsucs Sicilia:”Questa volta dipendenti non rischiano di perdere il lavoro, ma ad emergere è il problema delle locazioni divenuto insostenibile”
No, così non può più andare avanti. La città di Palermo rischia di affondare al cospetto dell’ecatombe senza fine e senza precedenti che sta attanagliando il settore economico. Ci si aspetta, legittimamente, che un organo preposto intervenga per dare una regolata agli affittuari dei locali, per dare loro, perchè no, una normativa, soprattutto quando si parla di quelli destinati ad uso commerciale. Con la crisi in corso, maledettamente aggravata dalla pandemia, gli esercenti che vedono ridursi in maniera clamorosa gli introiti non possono sostenere costi d’affitto che ad oggi appaiono spropositati perchè esorbitanti. E’ d’altronde lo stesso crollo dei prezzi del mercato immbiliare di Palermo che lo dice a gran voce: vendite e affitti hanno subito un potente ridimensionamento, inevitabile quanto utile a movimentare un settore altrimenti destinato all’immobilità assoluta.
COSI’ MUORE UNA CITTA’
Per adesso tuttavia, specie nel settore riguardante il commercio vige l’anarchia. I proprietari dei locali, a proprio piacimento dettano i prezzi, non retrocedono di un millimetro su vecchi accordi e se ne infischiano di venire incontro agli esercenti. Un atteggiamento che, inevitabilmente contribuisce a creare l’ecatombe di attività in corso, costrette come un domino a chiudere saracinesche. Vedi il clamoroso caso della Rinascente, che il 31 ottobre, causa irremovibilità di Inarcassa chiuderà i battenti: 300 famiglie gettate per strada per un colpo durissimo assestato all’economia palermitana. E’ di oggi invece la notizia della chiusura della Geox di via Notarbartolo, altro asse viario storicamente commerciale del capoluogo siciliano sempre poù in difficoltà. Lo comunica la Uiltucs Sicilia, che ha incontrato l’azienda e al termine del confronto è riuscita a salvare i sei dipendenti. La chiusura è prevista per il prossimo 10 ottobre, ma la società ha dato la disponibilità a trasferire il personale negli altri tre punti vendita attivi, consentendo ai lavoratori anche di scegliere la sede più vicina in base alle proprie esigenze familiari e personali e garantendo parità di condizioni contrattuali.
LA DIVERSA SENSIBILITA’ DEGLI AFFITTUARI
“Siamo certamente soddisfatti per la salvaguardia dei livelli occupazionali e l’intesa con l’azienda ma ancora una volta, come nel caso di Rinascente, assistiamo a una vetrina storica e importante costretta a chiudere per l’impossibilità di rinegoziare l’affitto con il proprietario. Questo problema era già esistente prima del Covid ma è chiaramente esploso in tutta la sua drammaticità dopo la pandemia. Abbiamo notizia di aziende che sono riuscite a ottenere persino la sospensione del canone durante il lockdown, mentre altri proprietari purtroppo non hanno avuto la stessa sensibilità e addirittura talvolta preferiscono lasciare i locali sfitti piuttosto che rivedere il canone. Adesso ci risulta che altri negozi stiano accusando lo stesso problema. Auspichiamo che venga sempre data la massima attenzione al personale e che si possano trovare i giusti correttivi dal punto di vista legislativo per evitare di incidere negativamente sull’economia siciliana già tremendamente martoriata”. Così Marianna Flauto, segretario generale della Uiltucs Sicilia.
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