Condannato per ricettazione, il gup di Palermo assolve Pietro Ventimiglia

Il gup del Tribunale ha assolto Pietro Ventimiglia, condannato per ricettazione nel 2016. Era accusato di aver ricevuto del denaro illecito dal boss Mulè

Mulè

Il G.U.P del Tribunale di Palermo ha assolto Pietro Ventimiglia, condannato nel 2016 per ricettazione. “Il fatto non costituisce reato” ha spiegato il giudice. L’episodio in riferimento risale a cinque anni fa, quando i Carabinieri avevano trovato a Ventimiglia la somma di 3670 euro, nonché un assegno a firma di Salvatore Mulè (boss palermitano pluripregiudicato), che non recava l’indicazione del beneficiario. Ventimiglia era in compagnia di Silvio Mazzucco, che in quel periodo era ai domiciliari e altri due soggetti.

La perquisizione, ritenendo che le giustificazioni addotte circa il possesso del denaro risultavano “inverosimili”, continuava presso l’abitazione e l’attività commerciale dell’uomo; qui venivano rinvenuti, altresì, una ulteriore somma di denaro (9540 euro), un quaderno indicante cifre e nominativi, documentazione relativa ad una imbarcazione di proprietà di Ciresi Antonino.

Secondo l’accusa quanto rinvenuto al Ventimiglia era provento di ricettazione, anche in virtù dei soggetti coinvolti. Per tale motivo la Procura di Palermo ha deciso di condannare l’imputato a due anni e 8 mesi di reclusione.

La difesa, composta dagli avvocati Giovanni Castronovo e Silvana Tortorici, hanno dimostrato che in realtà le somme di denaro e i beni sequestrati a Ventimiglia erano corrispettivo di merce venduta presso la propria attività commerciale. Così anche per la documentazione rinvenuta.

Pee tale motivo per Ventimiglia, incensurato, è arrivata l’assoluzione.