Palermo, corsa a sindaco a rilento: le parole del componente della direzione regionale Pd Rubino

La politica palermitana in stato confusionale a pochi mesi dalle elezioni

Rubino
  1. Cresce la confusione ma nello stesso tempo decresce il tempo disponibile. Nella tarda primavera, periodo delle votazioni per l’elezione del nuovo sindaco di Palermo, sta arrivando a grandi passi. Il tempo stringe per capire il profilo di quello che potrà essere il nuovo primo cittadino ma le forze politiche continuano ad andare lente.

L’unica cosa certa è che l’attuale sindaco di centrosinistra, Leoluca Orlando, che sta per terminare il suo secondo mandato consecutivo, non verrà rieletto. Il Partito Democratico così dovrà scegliere tra il dialogare con il Movimento 5 Stelle e la sinistra oppure con i centristi. Giocando d’anticipo, Italia Viva nel frattempo ha lanciato la candidatura a sindaco di Palermo del senatore Davide Faraone. Azione e +Europa invece hanno puntato su Fabrizio Ferrandelli.

Il centrosinistra, invece, sta cercando di convincere Franco Miceli, il quale pochi giorni fa ha rinunciato a candidarsi come sindaco di Palermo. Una candidatura che aveva spaccato il centrosinistra e che viene ora abbandonata con una lunga nota.

LE DIFFICOLTA’ DI QUESTE AMMINISTRATIVE

In merito alle Amministrative 2022 è intervenuto, ai microfoni di Primaradio, Antonio Rubino, componente della direzione regionale del Partito Democratico. “Quello che sta succedendo a Palermo. Notizia di questi minuti: il centrodestra ha preannunciato la seconda candidatura, sembrava che venerdì avessero chiuso, invece (su proposta unitaria) così non è. Credo che sia abbastanza normale, Palermo viene da una stagione di governo che con tutti i grandi meriti che quest’amministrazione ha avuto e con le grandi difficoltà che la città sta vivendo soprattutto negli ultimi tempi, a queste si aggiungono le difficoltà derivanti dalla pandemia da Covid-19 e quelle derivanti da una crisi finanziaria che investe un po’ tutti i Comuni ed in particolare la città di Palermo. Credo che questo siano alcuni degli elementi che stanno determinando questa confusione generale. A questo si aggiunge una fragilità del sistema politico che sta portando ad un ritardo dell’individuazione dei percorsi canonici”.

“Le coalizioni politiche, come le abbiamo conosciute fino ad ora, di fatto non ci sono più. Ad esempio il centrodestra: veniva da un modello ed oggi si sta dividendo. Ed il centrosinistra ha costruito un nuovo centrosinistra. In più c’è da dire che Palermo ha costruito il primo importante appuntamento che anticipa le elezioni regionali e poi le elezioni politiche ed è evidente che nella politica si mettano in moto degli equilibri che non riguardano soltanto la città di Palermo ma anche la Sicilia. Questi – a parer mio – sono i motivi che stanno portando a questo ritardo. Di questo, ovviamente, ne risente l’intera città…Mi auguro che al più presto si sciolgano questi nodi e si vada in campagna elettorale”.

RUBINO: “STIAMO PROVANDO A CONVINCERE MICELI”

“Stiamo lavorando affinché il nuovo sindaco abbia il suo fianco persone competenti. In queste ore si sta provando a convincere Franco Miceli a tornare sui suoi passi ed essere lui il candidato di centrosinistra. Dalle difficoltà derivanti dalla pandemia sta passando un treno, ne sono passati tanti, però questa volta ci sono il Pnrr e tutti gli aiuti che ne deriveranno. La nostra Regione sarà in grado di raccogliere le sfide che questi strumenti garantiscono. In generale, in Sicilia, ci sono due problemi: l’incapacità politica e lo snellimento di una macchina burocratica che negli ultimi vent’anni non ha avuto un turn over. Quando in un Comune l’ultimo progettista è andato in pensione dieci anni fa e non si è fatto neanche un concorso per assumerne uno nuovo, tutti i progetti rimangono solo idee. Buona parte di questi problemi deriva anche dall’incapacità della parte dirigente di pensare al futuro“.

“La sfida di Palermo 2022 deve partire da un campo di battaglia che ha come presupposto il modello di città che noi immaginiamo. Il nuovo sindaco – continua Rubino – dovrebbe essere in grado di raccogliere le sfide che questa città propone”.

LA SCELTA DI MICELI DI RITIRARE LA CANDIDATURA

“Miceli secondo me, nella sua rinuncia, lancia una provocazione corretta, Palermo è Palermo con le sue criticità. Ovviamente noi del Pd, per esempio, siamo un partito dell’intera Nazione, quello che riguarda Palermo non è distaccato dall’Italia. Miceli – conclude Rubino – non ha intenzione di candidarsi per essere un semplice Assessore, come sta facendo qualcuno”.

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