Si è chiuso il mercato di gennaio, senza che sia arrivato il rinforzo in attacco tanto invocato dai tifosi. Neppure la possibilità di pescare dalla lista dei calciatori senza contratto, gli svincolati, sembra offrire al Palermo possibilità di pescare qualche jolly.
La delusione tra i tifosi per il mancato arrivo di una punta è fortissima. Per la prima volta, lo scetticismo nei confronti della proprietà del club, fino a ora sostanzialmente confinato nelle bacheche dei social, è tracimato in modo plateale con lo striscione appeso la sera del primo febbraio, subito dopo la chiusura del mercato, ai cancelli dello stadio Barbera.
La necessità di un attaccante più concreto ed efficace di quelli attualmente in rosa è evidente, lo dicono i numeri. L’arrivo di una punta centrale era invocato dai tifosi e, probabilmente, richiesto anche da Boscaglia. E il Palermo ci ha pure provato, con Castagnini arrivato a Milano nell’ultimo giorno della sessione invernale. Segnale che, forse, fino all’ultimo la società ha pensato che di un nuovo arrivo là davanti, in fondo, si potesse fare a meno. Ma la prova di Potenza, contro la peggiore difesa del girone C, ha messo tutti davanti all’evidenza, che parla di conclamata sterilità offensiva, di deprimente incapacità a concretizzare le occasioni, poche o molte, che la squadra costruisce, di riffa o di raffa.
Il Palermo si è mosso tardi e non ha concluso nulla, anche se si è parlato di un possibile scambio con il Lecco tra Saraniti e Ferdinando Mastroianni, punta centrale ventottenne, dal rendimento simile in carriera al giocatore palermitano e dall’analogo score di 4 gol in questa stagione. Ma l’ipotesi è tramontata subito per l’indisponibilità di Saraniti a lasciare Palermo e, a chiusura delle trattative, l’attaccante rosanero ha esultato sul suo profilo Instagram per essere rimasto nella squadra della sua città. Del resto, il mercato last minute, specialmente a gennaio, raramente regala grossi colpi, specialmente se non hai strategie chiare e risorse adeguate. Il flop si può spiegare così, molto probabilmente.
Si continuerà così, dunque, fino alla fine di un campionato che, come abbiamo più volte scritto, per il Palermo può dirsi concluso qui. Inutile sperare nei playoff per una squadra che non soltanto non ha mai battuto una delle formazioni che occupano una posizione dal secondo all’ottavo posto, ma che segna pochissimo e quasi niente in trasferta, là dove dovrebbe eventualmente disputare le sue partite nel post regular season, per il piazzamento sfavorevole in classifica. Meglio rassegnarsi, dunque.
Nemmeno il ricorso agli svincolati è immaginabile. Intanto, perché il Palermo non ha posti liberi per nuovi arrivi, poi perché le liste dei calciatori senza contratto non offrono granché, sostanzialmente nulla di meglio di quanto Boscaglia abbia già a disposizione. Il termine per l’ingaggio di disoccupati è fissato al 31 marzo, per chi è senza contratto dalla scorsa estate. Fino al 25 febbraio, invece, per chi si è svincolato entro il 31 gennaio. Il tempo ci sarebbe, quello che mancano sono le occasioni.
A meno di inseguire suggestioni, come il palermitano Lo Faso, che ha appena rescisso col Lecce, ma che non è prima punta, e negli ultimi anni ha giocato pochissimo e segnato ancora meno. Ci sarebbe anche il nordirlandese Lafferty, rimpianto dai tifosi palermitani dopo l’esperienza di sei anni fa con Iachini in serie B, ma reduce da sei mesi fallimentari a Reggio Calabria in B, con un solo gol all’attivo in nove presenze, quasi tutte spezzoni brevi di partita. O ancora, il Cacia di cui si parlava l’estate scorsa, esperto davvero coi suoi 37 anni, ma fermo da un anno e mezzo. Poi, soltanto attaccanti dalle polveri bagnate e dalle sporadiche presenze sul campo. A che servirebbero, quindi?