Palermo, famiglia di 5 persone ingerisce mandragora e finisce in ospedale

È il quarto caso grave in pochi mesi in Sicilia. Si tratta di un erba facilmente confondibile con altre commestibili

mandragora

Cinque persone si trovano in ospedale a Palermo per avvelenamento da mandragora. Si tratta di due coniugi e i loro tre figli, originari del Bangladesh, ma residenti da diversi anni nel capoluogo siciliano. La famiglia avrebbe acquistato la mandragora per sbaglio al mercato di Ballarò, scambiandola per borragine; successivamente, dopo averla ingerita, i cinque si sono sentiti male ed in preda ad allucinazioni si sono recati al Pronto Soccorso.

 “I più gravi sono i due genitori – fanno sapere tramite ansa dall’ospedale Civico – ma grazie all’antidoto le loro condizioni si sono normalizzate. Sono ancora in osservazione”. Quasi certamente la famiglia ha ingerito la mandragola autunnale, che può rivelarsi tossica e pericolosa per l’organismo. I sintomi che possono scaturire dall’assunzione di questa erba vanno dalla nausea al senso di vomito, ma anche problemi intestinali secchezza delle fauci e difficoltà a urinare. In condizioni più gravi può portare, come in questo caso, ad allucinazioni, delirio e tachicardia. Se non fermato in tempo l’avvelenamento da mandragora autunnale, o “mandragola” come l’ha definita Machiavelli, può portare anche alla morte.

RECENTI CASI SIMILI

La mandragora è una pianta facilmente confondibile con altre commestibili, e veniva usata soprattutto nel Medioevo, quando si pensava potesse avere caratteristiche “magiche”. Fiorisce in autunno e le sue foglie sono pelose, elementi che bisogna ricordare per evitare di scambiarla soprattutto con la borragine.

Non è il primo caso di avvelenamento da mandragora in Sicilia, era già successo ad una coppia di Castelvetrano, una famiglia di Palermo e una di Canicattì. Fortunatamente, in ciascuno di questi casi, il personale medico ha curato l’intossicazione in tempo e le persone che per sbaglio avevano ingerito mandragora sono tutte fuori pericolo di vita.