Palermo, fatture false e bancarotta: sequestrati beni per 28 milioni a imprenditore – VIDEO
Il Tribunale di Palermo – Sezione Misure di Prevenzione, su richiesta della locale Procura della Repubblica, ha emesso un decreto di sequestro ai sensi della normati-va antimafia, eseguito dai finanzieri del Comando Provinciale di Palermo, nei confronti di un imprenditore, Francesco Gambino di 57 anni, dominus del gruppo societario Group Srl. operante nel settore del trasporto di merci su strada.
La ricostruzione operata dalla Procura della Repubblica, accolta dai giudici della Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale, si basa sugli accertamenti patrimoniali svolti dagli specialisti del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Palermo (G.I.C.O.), a esito dell’operazione denominata “VANISH VAT” condotta dal I Gruppo Tutela Entrate del medesimo Reparto, che nel 2021 aveva portato all’emissione di una misura restrittiva della libertà personale nei confronti di diversi indagati. Per tali fatti, a febbraio 2023 Gambino è stato ammesso al giudizio abbreviato, tuttora in corso.
In particolare, le suddette investigazioni avrebbero delineato l’esistenza di un’associazione per delinquere, dedita alla commissione dei reati di utilizzo ed emissione di fatture false per un importo di oltre 16 milioni di euro, omesso versamento di ritenute previdenziali e assistenziali, indebita compensazione e bancarotta fraudolenta.
Fallimenti di società pilotati
Le indagini avrebbero evidenziato che, mediante un consolidato schema fraudolento, articolato sulla creazione di una serie di società di comodo asservite al gruppo imprenditoriale in parola, sarebbe stato abbattuto illecitamente il reddito imponibile delle due imprese realmente operative riconducibili al proposto.
Inoltre, il sistematico inadempimento degli obblighi impositivi avrebbe determinato il fallimento, dichiarato dal Tribunale di Palermo in data 29.04.2021, di una delle due citate società, che aveva accumulato un’esposizione debitoria verso l’Erario di oltre 22 milioni di euro.
Sulla base degli accertamenti svolti dalle fiamme gialle palermitane, il Tribunale ha ritenuto ricorrenti gli elementi per qualificare l’imprenditore quale soggetto socialmente pericoloso, in quanto indiziato di vivere abitualmente, anche in parte, con i proventi di attività delittuose e, in considerazione della sistematica e costante situazione di sperequazione fra fonti lecite di reddito e beni nella disponibilità, ha disposto il sequestro di: 8 immobili siti a Palermo e Ficarazzi (PA); 6 società, con sede nelle province di Palermo e Catania; 1 conto corrente; 1 motociclo e 1 autoveicolo, per un valore complessivo di circa 28 milioni di euro.