Palermo, il Monastero di Santa Caterina svela nuovi tesori nascosti: ecco quando

Da venerdì 25 novembre, i visitatori potranno ammirare il soffitto ligneo trecentesco e l’affresco medievale dell’Incarnazione, miracolosamente sopravvissuti alle trasformazioni dei secoli

Il Monastero di Santa Caterina d’Alessandria non finisce mai di stupire, confermando la sua natura di straordinario palinsesto storico-architettonico. Numerosi ritrovamenti, celati nelle sue mura antiche, documentano lo splendore di quello che è uno dei monumenti religiosi più ricchi d’arte e di storia di Palermo. Venerdì prossimo 25 novembre, giorno in cui il mondo cristiano celebra Santa Caterina d’Alessandria, alle ore 12, sarà inaugurato Il tesoro nascosto del soffitto trecentesco e l’affresco dell’Incarnazione.

All’evento saranno presenti Mons. Corrado Lorefice, Arcivescovo di Palermo, il Rettore professor Massimo Midiri, padre Giuseppe Bucaro, rettore del Monastero Santa Caterina, i professori dell’Università di Palermo Paolo Inglese, direttore del Sistema museale, e Francesco Lo Piccolo, direttore del Dipartimento di Architettura. Interverranno il prof. Fabrizio Agnello, la storica dell’arte Maria Reginella autrice del saggio “Il soffitto ligneo del Monastero di Santa Caterina a Palermo” nel volume “Chiaramonte. Lusso, politica, guerra e devozione nella Sicilia del Trecento. Un restauro verso il futuro” a cura della prof. Maria Concetta Di Natale, anche lei presente all’evento.

L’ antico soffitto ligneo: prezioso tesoro

È rimasto nascosto per oltre 2 secoli, ma adesso tutti potranno ammirarlo grazie ad una semplice App scaricabile sul cellulare, messa a punto dal Dipartimento di Architettura di Palermo, con la supervisione del professor Fabrizio Agnello. L’esistenza di un antico soffitto ligneo a cassettoni dipinto al di sopra della volta della sacrestia interna, era nota alla Soprintendenza e agli studiosi del monumento. Il manufatto è, infatti, visibile con difficoltà all’interno di un’intercapedine. Le decorazioni essenzialmente geometriche e vegetali sono magnifiche, abbellite da animali fantastici, figure di dame e cavalieri, drôlerie e stemmi di famiglie siciliane. La realizzazione dell’opera potrebbe ascriversi allo stesso periodo e, forse, agli stessi autori del soffitto ligneo dello Steri. La presenza dello stemma di Giacoma Ventimiglia, priora dal 1348 al 1353 ne confermerebbe la datazione. Sulla trave centrale, ai lati dello stemma aragonese, sono dipinte due dame a cavallo. Probabilmente le due fondatrici del Monastero: Palma, moglie dell’eroe del Vespro Ruggero Mastrangelo, e la figlia Benvenuta, vedova del conte di Santa Fiora di casa Aldobrandeschi la cui tomba si trova ancora nel transetto destro della Chiesa di S. Caterina.  I locali della Sacrestia, posti sul lato nord-ovest del chiostro e risalenti al tardo Medioevo, furono rinnovati nel 1788, come si legge sull’architrave d’ingresso. La ristrutturazione comportò la realizzazione di ampi armadi e la creazione di una volta al di sotto del soffitto ligneo medievale.

L’affresco medievale dell’Incarnazione

Durante i saggi di pulitura del soffitto ligneo, sotto un sottile strato di calce, è tornata alla luce una parte di affresco m (50 x 170), testimonianza di una decorazione delimitata da cornici a finto mosaico, che con ogni probabilità ricopriva tutte le pareti della sala. Il frammento, che rappresenta l’Annunciazione o meglio il Mistero dell’Incarnazione, è stato rimosso con la tecnica dello strappo per la sua migliore conservazione e da venerdì sarà esposto nell’Oratorio del Monastero. Nel suo testo, Maria Reginella, storica dell’arte della Soprintendenza, sotto la cui direzione sono stati eseguiti i lavori, ipotizza che l’opera sia stata dipinta da un artista itinerante verso la fine del XIV secolo, periodo in cui sono documentati diversi lavori di abbellimento del Monastero. La pittura presenta caratteri bizantini e riferimenti di ambito chiaramontano. L’iconografia è inusuale ed è ispirata al Protovangelo dell’infanzia, testo apocrifo greco di Giacomo il Giusto, primo vescovo di Gerusalemme. Raffigura, infatti, l’Incarnazione con Dio Padre che tiene in mano la colomba, simbolo dello Spirito Santo. Maria è intenta a stendere la tenda del tempio che lei stessa ha tessuto e che si squarcerà alla morte di Gesù sulla Croce. È un simbolismo complesso, come scrive la teologa Nicole Oliveri, che rimanda al rapporto tra Cristo e il tempio. Maria è il tempio che contiene il Dio incarnato, ma anche il tempio dello Spirito Santo.

Sempre venerdì, ma alle ore 18, è in programma il concerto dell’Orchestra multietnica Quattrocanti, a cui farà seguito la visita guidata dalla prof.ssa Nicole Oliveri, che illustrerà ai visitatori l’iconografia del soffitto ligneo del XIV secolo e i simbolismi dell’affresco dell’Incarnazione.

Fonte foto: monasterosantacaterina.com

Palermo, al via il progetto “Turismart” : cultura, cibo e tempo libero