Un giovane imprenditore di Palermo ha denunciato e partecipato alla trappola per far arrestare il suo estortore, ossia Roberto Meli. L’uomo, 31 anni, ha sposato la nipote del boss di Porta Nuova Tommaso Lo Presti, soprannominato il “lungo”.
Un giorno l’imprenditore, impegnato nella ristrutturazione di un appartamento nel quartiere Vucciria, viene avvicinato dal Meli. L’estortore chiede 300 euro al giovane per evitare guai; la vittima dell’estorsione prende tempo e resiste, ma nei giorni successivi nel cantiere iniziano strani furti. A questo punto il lavoratore decide di rivolgersi all’associazione Solidaria, la quale gestisce uno Sportello antiracket, trovando il coraggio di denunciare il tutto alla Guardia di Finanza.
Giovedì scorso, 11 marzo, l’appuntamento–trappola con Meli: l’imprenditore consegna i soldi, che in accordo con i finanzieri erano stati contrassegnati, e subito dopo l’estortore è finito in arresto. I finanzieri lo hanno bloccato con i soldi in tasca. Il trentunenne, pregiudicato per reati riguardanti stupefacenti, è accusato di estorsione aggravata dal metodo mafioso. L’operazione di polizia, dunque, si è conclusa in pochi giorni grazie alla denuncia presentata dalla vittima.
“L’arresto dimostra che chi denuncia ottiene tutela immediata. In pochi giorni infatti le Fiamme Gialle. in stretto coordinamento con la Procura della Repubblica, hanno liberato l’imprenditore dalla morsa del pizzo. La Guardia di Finanza di Palermo assicura massimo impegno nella salvaguardia del tessuto economico da qualsiasi forma di inquinamento, a tutela degli imprenditori e dei commercianti che operano nel rispetto della legge”. Queste le parole del comandante provinciale, generale Antonio Quintavalle Cecere.
L’invito ai cittadini – sottolinea invece il colonnello Gianluca Angelini –è sempre quello di affidarsi tempestivamente e con fiducia alle Istituzioni. Insieme siamo sempre più forti della criminalità. Denunciare vuole dire riacquistare la propria libertà, oltre che la propria dignità di uomini prima che di imprenditori”.