Palermo, Inps le toglie il reddito di cittadinanza ma il giudice glielo restituisce: “Necessario”
Secondo il giudice del lavoro, la mancata percezione del sussidio “Può pregiudicare il diritto ad un’esistenza autonoma e dignitosa”
L’Inps le revoca il reddito di cittadinanza ma il giudice del lavoro accoglie il ricorso. Succede a Palermo.
La vicenda
Alla donna in questione era stato tolto il sussidio in quanto risultava senza alcuna residenza anagrafica dal mese di febbraio a quello di luglio 2020. Conviveva, infatti, con il compagno ma il Comune non poteva attestarlo poiché l’uomo non pagavo le spese di locazione da più di un anno, in una casa popolare nel quartiere Zen.
Il giudice accoglie il ricorso
Il giudice del Tribunale di Lavoro ha accolto la tesi difensiva dei legali della donna secondo cui la residenza anagrafica ha valore meramente presuntivo, dovendo prevalere, dunque, quella concreta ed effettiva. A confermare che la donna abbia vissuto effettivamente a Palermo negli ultimi 10, l’ex convivente ed un vicino di casa.
La mancata percezione del Reddito può pregiudicare un’esistenza dignitosa
Nell’ordinanza il giudice ha scritto: “La mancata percezione del reddito di cittadinanza” può “pregiudicare il diritto ad un’esistenza autonoma e dignitosa”. La donna ha difatti dimostrato di aver avuto importanti difficoltà economiche.
Nuovo anno, nuove proteste: a Palermo tornano agguerriti i percettori del reddito di cittadinanza