U.S. Città di Palermo Calcio, le intercettazioni incastrano i fratelli Tuttolomondo

Le intercettazioni della Guardia di Finanza hanno fatto luce sul fallimento della squadra di calcio siciliana

Terremoto sulla vicenda che ha portato al fallimento la società calcistica U.S. Città di Palermo, “antenato” della compagine siciliana che, oggi, tenta faticosamente di tornare nel calcio che conta dopo essere ripartita dalla Serie D con il duo Dario Mirri e Tony Di Piazza. Oggi, per la cronaca, la nuova società rosanero disputa il campionato di Serie C nel Girone C. È stata soprannominata “Tempi supplementari” l’operazione della Guardia di Finanza nei confronti della ex Unione Sportiva Città di Palermo Calcio: sono state eseguite cinque misure cautelari personali ed effettuati sequestri per 1,4 milioni di euro. Su delega della Procura, i finanzieri del Comando Provinciale e del Nucleo Speciale Polizia Valutaria di Roma hanno arrestato gli ex patron Salvatore e Walter Tuttolomondo, di 65 e 53 anni. Sono accusati di bancarotta fraudolenta, indebita compensazione di imposte con crediti inesistenti, autoriciclaggio e reimpiego, reati di falso e di ostacolo alle funzioni di vigilanza della Commissione di vigilanza sulle società di calcio professionistico della Federazione Italiana Giuoco Calcio.

DECISIVE LE INTERCETTAZIONI CHE INCHIODANO I TUTTOLOMONDO

Le intercettazioni telefoniche hanno tradito i fratelli Tuttolomondo “rivelando” gl illeciti perpetrati. Dai registri delle telefonate, infatti, sono emersi gravi indizi di come, avvalendosi della collaborazione di professionisti e di ulteriori persone di fiducia, gli ex proprietati del club, riconducibili alla Arkus, abbiano saldato debiti fiscali mediante utilizzo in compensazione di crediti fiscali inesistenti per 1,4 milioni di euro, effettuato false comunicazioni alla Covisoc in relazione all’assolvimento degli adempimenti relativi al pagamento degli stipendi ai dipendenti e al versamento delle imposte. I fratelli Tuttolomondo, in aggiunta, avrebbero distratto la somma di 341.600 euro dal conto corrente della società calcistica a favore di una società a loro riconducibile, asserendo che tale operazione fosse l’anticipo del compenso previsto per l’affidamento di un incarico di consulenza in realtà simulato e provveduto successivamente a impiegare la somma in altre attività economiche, in modo da nasconderne la provenienza illecita. Una vicenda che getta benzina sul fuoco: i tifosi del Palermo, infatti, sono ancora alla ricerca di verità e giustizia dopo aver visto il proprio club sparire dal panorama del calcio nazionale e riapparire, come in un brutto sogno, nel dilettantismo italiano.

Ecco il video delle intercettazioni che hanno incastrato i fratelli Tuttolomondo: