Palermo, Lor’a dell’addio: “Inutile proseguire senza libertà d’espressione”

Andrea Tuttoilmondo e Franco Cascio, ideatori della pagina di satira, indotti a chiudere a causa della richiesta del governatore del Rotary di rimuovere uno dei loro titoli mordaci che riguardava il sodalizio.

Questo è tutto, bella gente“. Il titolo più breve per il loro post più sofferto, quello che nessuno avrebbe voluto leggere. La pagina di satira Lor’a ha annunciato la chiusura, con quello che, appunto, potrebbe essere l’ultimo post su facebook e che fa già contare oltre un centinaio di commenti di follower dispiaciuti. A provocare la decisione dei due ideatori e anime della pagina, Andrea Tuttoilmondo e Franco Cascio, la richiesta del governatore del Rotary distretto 2110 Sicilia e Malta di rimuovere uno dei loro fulminanti titoli satirici che riguardava direttamente il sodalizio, in relazione a un arresto per mafia. Il titolo è stato rimosso dalla pagina e, da lì, la conseguente decisione di chiudere.

IL BOTTONE ROSSO

Una richiesta diventata un invito a censurarsi che i due autori non hanno sopportato, una limitazione della loro libertà di irridere tutto e tutti che li ha spinti a chiudere un’esperienza che in due anni circa aveva calamitato quasi settemila like alla pagina. Nel post pubblicato oggi, Tuttoilmondo e Cascio spiegano così la decisione: “ Amiche e amici belli, il giorno che decidemmo di spostare quell’apostrofo rosso e dar vita a questa pagina lo facemmo sulla base di alcuni semplici presupposti. E di un “bottone rosso”.

SEMPRE AL FIANCO DEL LETTORE


Indignare. Infastidire. Irritare il lettore venando il nostro messaggio di quell’ironia (che è tra le cose più soggettive dell’universo, e noi lo sappiamo bene) che potesse indurlo a riflettere con spirito critico sui temi posti al centro di volta in volta. In oltre 500 titoli ci siamo sempre schierati al fianco del lettore, per ridere “con” lui e mai “di” lui, provando a mettere a nudo le criticità, i paradossi e i controsensi della vita d’ogni giorno. E poi, dicevamo, c’è quel “bottone rosso”. Quel pulsante che fin da subito abbiamo deciso di contemplare nella nostra “redazione”, e che interrompesse le nostre comunicazioni nel caso in cui qualcuno, non gradendolo, non accettandolo, o magari chissà, non comprendendolo, avrebbe chiesto di censurare un nostro titolo. Pena l’adozione di vie legali.

IL LERCIO PALERMITANO


Questo è avvenuto proprio oggi con la richiesta del Governatore del Rotary Distretto 2110 Sicilia e Malta, che ci ha invitati a rimuovere un titolo in cui si faceva riferimento allo stesso Club. Non entriamo nel merito della richiesta, ma accogliendola è stato consequenziale per noi scegliere di chiudere qui la nostra esperienza”.
Che la conosciate o meno, questa pagina che per ammissione dei due autori prendeva ispirazione, anzi “copiava” il famoso “Lercio“, aveva riempito un grosso vuoto culturale, quello appunto della satira a Palermo. Con le sue prime pagine e successivamente coi suoi titoli, Lor’a aveva preso di mira politici, magistrati, artisti e vippame vario, riuscendo sempre a trovare uno spunto per strappare una risata, trovando e sottolineando l’aspetto più grottesco, intimamente vero e inconfessabile dei personaggi diventati loro malgrado protagonisti. O, persino, delle città, come nel caso di Gela o di Trapani.

UNA VOCE GRAFFIANTE E FUORI DAL CORO CHE VIENE MENO

A indignare, infastidire e irritare c’erano riusciti, con qualche titolo forse anche più cattivo del loro riferimento, Lercio. Eppure, nessuno era arrivato a chiedere la rimozione di un post, a minacciare querela, riconoscendo il diritto della satira di irridere e far ridere, magari usando toni molto sopra le righe. Lo ha fatto, a quanto pare, il Rotary, irritato e offeso per quel titolo che doveva essere a tutti i costi rimosso. E così è stato, a costo però di far chiudere la pagina. L’avventura è durata due anni. E la chiusura della pagina è una brutta notizia, per chi cerca voci fuori dal coro, soprattutto in una realtà come Palermo. Viene meno una voce graffiante, una maniera sarcastica di raccontare l’attualità attraverso un tratto irriverente e intelligente. È un peccato perché, quando si parla di informazione sotto qualsiasi forma, il silenzio non porta mai nulla di buono e sano. Allora, speriamo che quel saluto con cui si chiude il post “A prest’O” sia soltanto un arrivederci.