Palermo, a Natale la sanità va “in ferie”: vi racconto il mio calvario con il diabete

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Al giorno d’oggi essere una persona affetta da diabete non dovrebbe preoccupare più di tanto. Con tutte le tecnologie all’avanguardia per il controllo di questa malattia ormai disponibili, un adulto dovrebbe poter condurre uno stile di vita pressoché normale. Partendo da questa premessa, occorre però puntualizzare che qui a Palermo tutto ciò risulta impossibile. Andiamo per gradi.

Il guasto del trasmettitore diabetico e il contatto con l’Asp di Palermo

Sono affetta da Diabete mellito di tipo 1 da ben 14 anni. Posseggo tutte le tecnologie di ultima generazione per controllare la mia malattia: microinfusore di insulina, sensore per il controllo della glicemia etc…

L’8 dicembre 2022 il trasmettitore del sensore si guasta. Il giorno seguente mi attivo immediatamente con l’assistenza tecnica per capire il da farsi. Mi viene riferito che bisogna verificare la garanzia del suddetto apparecchio e dunque che è necessario recarmi al reparto di diabetologia dell’ospedale di Partinico dove sono seguita da parecchi anni.

All’ospedale di Partinico però mi viene fatta una nuova prescrizione con richiesta per il nuovo trasmettitore. Mi specificano che la richiesta dovrò portarla all’ASP di Palermo e saranno poi loro a dovermi fornire tutto il materiale.

Palermo, materiale diabetico negato per un errore burocratico

Da qui inizia il mio incubo durato quasi un mese. Consegno la richiesta e la prescrizione agli uffici incaricati dell’ASP di Palermo e mi viene subito chiesto di attendere. Una dottoressa mi comunica che a loro non risulta l’acquisto del mio microinfusore (che io ho impiantato da maggio 2021) e quindi non si può procedere con la pratica. Bisogna fare delle verifiche. Naturalmente chiedo come potrò fare io, nel frattempo, alla luce delle mie glicemie instabili. Ma la risposta che mi viene data è agghiacciante: “Signorina deve attendere, c’è chi attende da mesi. È una questione burocratica”. Rimango totalmente interdetta da queste parole. A causa di un probabile errore burocratico io non posso usufruire di un prodotto necessario per la mia terapia. Le mie glicemie nel giro di 48 ore tornano a essere instabili, le ipoglicemie e le iperglicemie si susseguono e per una persona affetta da diabete, troppe ipoglicemie e iperglicemie non fanno bene.

Una “pratica” lunga un mese

Con la mia famiglia non mi arrendo e ogni 2 giorni ci rechiamo agli uffici competenti per capire se ci siano novità. La risposta che mi viene data è sempre la stessa: “Bisogna attendere”. In più, siamo nel pieno del periodo natalizio e chiaramente le mie richieste vengono ignorate ancor di più. Trascorro il Natale e il Capodanno con l’ansia di potermi sentire male da un momento all’altro, poiché non ho il totale controllo delle mie glicemie, ma mi rincuoro pensando che subito dopo le feste magari il problema si risolverà.

Il 4 gennaio 2023 mi reco nuovamente all’ASP per chiedere novità sullo stato di avanzamento della pratica. La novità questa volta è che il medico che si occupa di queste cose ha preso una settimana di malattia. Vengo dunque invitata a tornare dopo l’epifania con un’amarissima e sgradevole ironia: “È periodo di festa, qui non si muove nulla”.

ASP di Palermo nel caos

Ritorno agli uffici il 9 gennaio carica di ottimismo. Il medico questa volta è presente, ma la risposta è nuovamente scioccante: “Signorina, la responsabile non risponde né alle telefonate né alle mail, deve attendere. Purtroppo non c’è molto da fare, d’altronde c’è chi attende da mesi”. A questo punto sono abbastanza agitata e nervosa e chiedo immediatamente chi sia questo medico che deve dare il “via libera”. La dottoressa mi risponde che il “via libera” deve partire dall’ASL di Partinico e posso provare a recarmi lì personalmente nella speranza di essere ascoltata. E così faccio! La mattina del 10 gennaio mi reco all’ASL di Partinico e chiedo del medico competente. Il medico responsabile mi riceve immediatamente riferendomi come non abbia ricevuto alcuna comunicazione dall’ASP di Palermo ma che non mi dovevo preoccupare: avrebbero svolto tutto in mattinata.

Dopo esattamente un mese, il mio calvario volge al termine e ricevo il trasmettitore del sensore. Ciò che però resta di questa assurda vicenda è il totale menefreghismo di parte del personale competente. Eppure non ho mai avanzato richieste assurde, ma solo ciò che mi spettava di diritto. Vorrei tanto sapere, a questo punto, se dall’ASP di Palermo la mia pratica sia mai realmente partita o se forse la cara dottoressa doveva “riprendersi” dalle feste natalizie. Non lo sapremo mai, ma ciò che è certo e che non è così che si tutela la salute della comunità.