Palermo, Merlino dell’Omceo:«App nate per frenare contagi e non per geolocalizzare»

Il videpresidente dell’Ordine dei Medici di Palermo raccomanda l’uso diffuso delle App di monitoraggio anti Covid-19

Il fastidio dovuto al timore di geolocalizzazioni, e dunque le riserve degli italiani sull’utilizzo delle app di tracciamento dei contatti, potrebbero frenarne l’utilizzo. Ma si tratta di pregiudizi che, secondo Giovanni Merlino, vicepresidente dell’Ordine dei medici di Palermo, non hanno motivo di esistere. Ancor più considerando l’apporto fondamentale che le stesse, assieme all’utilizzo dei dispositivi sanitari e del distanziamento sociale, darebbero nell’ottica della riduzione dei contagi. 

APP DECISIVA PER RIDURRE CONTAGIO

Troppi pregiudizi sull’utilizzo dell’app di tracciamento dei contatti (nello specifico l’app Immuni ndr).Se affiancato alle misure di pronto isolamento dei casi, di distanziamento fisico e di diffusione dei test per ricercare i soggetti infetti asintomatici, il tracciamento può ridurre drasticamente il numero dei contagi da coronavirus”. Così il vicepresidente dell’Ordine dei medici di Palermo, Giovanni Merlino, intervenendo nel dibattito sull’applicazione scelta dal governo Conte come misura di contenimento del virus che sta coinvolgendo mass media, opinione pubblica e mondo scientifico.

RISERVE INSENSATE

Le riserve degli italiani sull’utilizzo dell’app attengono soprattutto alla privacy in ordine al tracciamento dei loro spostamenti e dei rapporti interpersonali intrattenuti -afferma Merlino -. In tal modo si mette in discussione un’applicazione il cui utilizzo, pur essendo su base volontaria, è parte integrante di un protocollo di emergenza sanitaria che, per essere davvero efficace ha bisogno che sia utilizzata dal maggior numero possibile di soggetti disponibili a scaricarla. Percentuale che si riduce drasticamente se sono a regime le altre misure di contenimento, come hanno ribadito gli esperti della Oxford University”.

DATI CRIPTATI

A rassicurare la gente, ci pensa l’Ordine dei medici, che ricorda come i dati dei singoli saranno criptati, conservati su server nazionali e cancellati entro il 31 dicembre 2020. L’app infatti non ha l’obiettivo di geolocalizzare ma di tracciare e memorizzare gli identificativi dei cellulari con il quale il nostro smartphone è venuto in contatto ravvicinato. Questo è possibile solo se in entrambi i cellulari è presente l’applicazione.