A rilevarlo è un report della Siems, la Società italiana emergenza sanitaria, che ha raccolto i dati relativi alle chiamate ricevute da tutte le Cur 112, le Centrali uniche di risposta a gennaio, un mese “normale”, e marzo. “In tutte le Cur si è registrato un aumento sensibile delle chiamate ricevute, in particolare a Palermo (+91%), Brescia (+71%) Genova (+61%) e Torino (+60%)“, sottolinea il report. Un dato, chiaramente, che non coincide necessariamente con la più o meno elevata diffusione del virus nel territorio, tanto che, proprio l’area metropolitana del capoluogo siciliano è stata una delle meno colpite in assoluto dall’emergenza sanitaria.
“A Roma, ad esempio – spiega il report -, le chiamate sono aumentate, in percentuale, più che a Milano, registrando un trend inverso rispetto alla effettiva diffusione dei casi Covid-19. Questo perché una buona parte delle chiamate ricevute a marzo riguardavano una richiesta di informazioni, e non a caso il numero è calato in corrispondenza dell’attivazione degli specifici numeri verdi regionali attivati a supporto del numero di pubblica utilità 1500 del ministero della Salute. Nel report invece si vede con chiarezza l’impatto della pandemia sul sistema sanitario nelle chiamate inoltrate dal 112 al 118. I numeri più alti corrispondono infatti alle zone dove la pandemia è stata più severa: in particolare la Cur di Varese (cui fa capo il territorio di Bergamo), che ha visto un aumento del 123%, Brescia (118%), Genova (79%) Cuneo (77%) , Milano (60%)”.
Come sottolineato tutto muta non appena si prende in considerazione il dialogo interno tra il 112 e il 118, laddove la percentuale delle emergenze relative ai contagiati aumenta esponenzialmente proprio nelle regioni risultate più colpite. Ma è proprio da questo dato che si evince la grande importanza svolta dal 112 durante la pandemia. Oltre alla capacità di far fronte a un numero più elevato di risposte rispetto a quelle che avrebbe intercettato il 118, il 112 è stato una sorta di vero e proprio filtro, utile a passare solo le chiamate di vera emergenza sanitaria, instradando su appositi servizi le chiamate per informazioni e simili. E poi, una seconda riflessione – conclude Alessandra Guidi, vicecapo della polizia – riguarda l’andamento delle chiamate al Nue 112: può rappresentare un primo ‘indicatore di criticità’ per la fase 3 dell’emergenza Covid 19. Un significativo aumento di chiamate per emergenze sanitarie è un primo segnale di allarme e deve orientare i decisori verso un’attenzione particolare”.
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