Palermo: Mignani chiamato ad una doppia impresa, ma non gli si chiedano miracoli

Da ieri, mercoledì 3 aprile, il Palermo ha un nuovo allenatore. Dopo aver comunicato l’esonero di Eugenio Corini la società rosanero ha infatti annunciato contestualmente l’ingaggio di Michele Mignani, ex tecnico del Bari.

Genovese, classe 1972, Mignani arriva a Palermo dopo aver sfiorato lo scorso anno la promozione in serie A con i “galletti”. Impresa mandata a monte da Pavoletti, attaccante del Cagliari, che si è reso protagonista della rete decisiva con la quale i rossoblù, in pieno recupero, hanno infranto i sogni di gloria dei pugliesi nella finalissima dei playoff promozione.

Episodio che brucia ancora sulla pelle di Mignani, e che può sicuramente rappresentare una spinta motivazionale in più per il neo-allenatore rosanero, chiamato ad una doppia impresa: ridare entusiasmo e vigore ad una squadra e ad una tifoseria provate dai due scellerati anni di gestione Corini e, aspetto ancora più importante, provare a tirare fuori il meglio da ogni singolo calciatore presente in organico. Sì, perché siamo convinti che la squadra vista fin qui è troppo brutta per essere vera. C’è un enorme potenziale inespresso, frutto di una gestione tecnica quantomeno discutibile e di posizioni in campo e direttive non troppo congeniali alle caratteristiche dei giocatori presenti in rosa.

Non può essere casuale, solo per fare un esempio, il rendimento negativo di TUTTI gli esterni d’attacco passati in questi due anni da Palermo. Da Tutino (il cui rendimento positivo di quest’anno a Cosenza lascia riflettere) a Valente, fino ad arrivare a Di Francesco, Insigne e Di Mariano. Tutti calciatori che, prima di sbarcare nel capoluogo siciliano, avevano fatto vedere ottime cose in Serie B, qualcuno addirittura anche in A. Inutile parlare poi di una difesa che ha fatto acqua da tutte le parti e che rappresenta il primo obiettivo sul quale Mignani dovrà lavorare.

Ottenere questo, in quest’ultimo scorcio di campionato, sarebbe già un enorme risultato anche in vista della prossima stagione, qualsiasi sia la categoria che si andrà ad affrontare. Pretendere qualcosa in più sarebbe forse troppo, anche se il calcio ci ha abituato a vivere di tutto, in un senso o nell’altro. Quello che è certo è che i miracoli difficilmente avvengono e che il pubblico rosanero dovrà equipaggiarsi ancora una volta di tanta pazienza.

La società lo sa già, ed è per questo che a Mignani non è stato dato il semplice ruolo di “traghettatore”, ma qualcosa di più: un contratto con scadenza a giugno 2025, come a dire: “Se l’impresa non riuscirà quest’anno ci si riproverà l’anno prossimo”. Se si dovesse raggiungere la promozione sin da subito buon per tutti, in caso contrario in estate si resetterà tutto partendo, ci si augura, da una base più solida che sta a Mignani provare a costruire in queste ultime giornate di campionato. Quindi buon lavoro mister, perché di lavoro da fare ce ne sarà tanto.

Fonte Immagine: wltv.it

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