Ultimo giorno di restrizioni, almeno sulla carta, per la città di Palermo. Il capoluogo siciliano si trova sottoposto al regime di zona rossa per via dell’ordinanza emessa dal presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci. Un provvedimento emesso il 6 aprile, poi esteso fino al 22 aprile ed infine prorogato al 28 aprile.
Una scelta non facile per il governatore. Musumeci dovrà infatti decidere se allungare ulteriormente la vita del suo atto oppure se far tornare Palermo in regime di zona arancione. Una decisione che vede fronteggiarsi due interessi contrapposti: l’esigenza di limitare i contagi da covid-19 da un lato e la necessità di dare ossigeno alle tante attività commerciali chiuse da troppo tempo dall’altro.
In base ai dati pubblicati dal Dipartimento della Protezione Civile nazionale ed elaborati dall’Ufficio statistica del Comune, nell’intera provincia di Palermo ieri si sono registrati 349 nuovi positivi (ieri 584); in tutta la regione 940 (ieri 1069).
Nella settimana dal 21 al 27 aprile i nuovi positivi nella Città Metropolitana sono inoltre 2656. Il rapporto nuovi positivi settimanali per 100 mila abitanti è pari a 218,73 (lunedì, con riferimento alla settimana dal 20 al 26 aprile, i nuovi positivi erano 2738 e il rapporto nuovi positivi settimanali per 100 mila abitanti 225,48).
Una cifra nettamente inferiore quindi rispetto ai 250 casi ogni 100.000 abitanti, prevista a livello nazionale per lo stato di zona rossa.
Nello Musumeci dovrà quindi dare una risposta agli oltre 680.000 abitanti del capoluogo siciliano. Fra questi, figura anche il sindaco di Palermo Leoluca Orlando che, nei giorni scorsi, non ha lesinato critiche nei confronti di alcuni concittadini indisciplinati.
“Nella città e nella provincia di Palermo cresce in maniera preoccupante il numero dei nuovi contagiati. Siamo alla vigilia di una strage non soltanto umana ma anche economica. Incoscienti, fermatevi! State provocando la morte di migliaia di persone e di aziende”, sentenziava il sindaco in un video diffuso sui social.
Il primo cittadino ha inoltre imposto nuovamente il divieto di stazionamento all’interno di tre aree ritenute fonte di assembramenti, ovvero il Foro Italico, il litorale (con focus particolare su Mondello) e il parco della Favorita. Un provvedimento che sarà valido, a prescindere dalla decisione di Musumeci, fino al 2 maggio.
A pesare certamente non sarà soltanto il numero dei contagiati e il tasso d’incidenza, ma anche e soprattutto lo stress a cui sono sottoposte le strutture ospedaliere, così come sottolineato dal commissario Renato Costa. Da questi tre fattori probabilmente dipenderà il destino di Palermo a breve e medio termine. Futuro che sarà schiarito nella giornata di oggi, quando il governatore scioglierà le riserve sulle restrizioni da applicare al capoluogo siciliano.
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