Palermo e Venezia scendono in campo al Barbera per il posticipo della 14a giornata del campionato cadetto, dopo il turno di sosta osservato la scorsa settimana. Rosanero in cerca di riscatto, a seguito della brutta sconfitta di Cosenza, Venezia bisognoso di punti importanti, per evitare l’ultimo posto e riuscire a tirarsi fuori dal fondo della classifica.
Corini conferma il 4-3-3 , con Bettella che prende il posto dello squalificato Marconi al centro della difesa, mentre il rientrante Sala torna a presidiare la fascia sinistra. Per il resto nessun’altra novità rispetto al consueto undici di partenza delle ultime settimane. Dunque confermato tra i pali Mirko Pigliacelli, a completare il pacchetto difensivo Mateju sulla destra ed il rumeno Nedelcearu al centro. Nella linea mediana Gomes in cabina di regia affiancato da Segre e Broh. Nessuna novità nemmeno nel tridente d’attacco che vede Brunori al centro dello stesso, coadiuvato dai soliti Valente e Di Mariano.
Il Venezia di Vanoli risponde con un 3-4-1-2: Joronen in porta, difesa composta da Wisniewski, Ceppitelli e Ceccaroni. A centrocampo Andersen e Tessmann centrali, con Candela e Zampano ad agire sulle fasce. Alle spalle del duo d’attacco composto da Pohjanpalo e Johnsen si piazza Crnigoj. Solo panchina per l’ex rosa Luca Fiordilino. Arbitra il match il signor Manganiello della sezione di Pinerolo, coadiuvato da Di Gioia e Lombardo. Quarto uomo Meraviglia, al VAR Rapuano assistito da Paterna.
Al 4° minuto primo timido tentativo dei rosanero, con l’inserimento di Segre che prova a colpire di testa un cross arrivato dalla sinistra ma, contrastato da un difensore avversario, perde il tempo giusto per l’appuntamento con il pallone. Un minuto dopo è però il Venezia a creare la prima vera occasione: Zampano serve Crnigoj, il quale spara forte da fuori area mandando il pallone troppo largo sul palo alla destra di Pigliacelli. Al 10° minuto replicano i lagunari con un’altra conclusione dalla distanza, stavolta è Tessmann a provarci, ma la sua conclusione rasoterra ad incrociare sul secondo palo non inquadra, seppur di poco, lo specchio della porta.
Più Venezia che Palermo nel primo quarto d’ora, con i rosanero che sembrano ancora studiare l’avversario. Il Venezia, al contrario, continua ad essere più propositivo ed ordinato nella gestione del pallone, per quanto non riesca ancora ad impegnare Pigliacelli.
Il primo intervento del portiere rosanero arriva al 21° su una conclusione di Andersen che calcia deciso all’altezza del dischetto, ma ne viene fuori un tiro troppo centrale che il numero uno del Palermo riesce a respingere. Rosanero non pervenuti, ospiti padroni del campo.
La squadra di Corini non gioca mai palla a terra, ma insiste cercando la profondità con lanci lunghi senza riuscire ad imbastire azioni che possano mettere in difficoltà l’avversario. Al 41° un’iniziativa personale di Di Mariano, conclusa con un tiro dal limite dell’area, viene arginata e respinta dal muro del Venezia. Sulla stessa respinta ci prova anche Bettella, ma la sua conclusione non è più fortunata di quella del compagno.
Due minuti più tardi Mateju rischia di regalare il vantaggio ai lagunari: il terzino del Palermo scivola su un disimpegno, il pallone arriva sui piedi di Crnigoj che stavolta impegna seriamente Pigliacelli, costretto ad una respinta miracolosa. Sul conseguente calcio d’angolo è invece Zampano a sfiorare il gol: l’esterno si trova un bel pallone sui piedi e la sua conclusione fa la barba al palo destro della porta rosanero. Venezia letteralmente scatenato. In pieno recupero c’è tempo anche per una conclusione velenosissima del norvegese Johnsen, che impegna, su tiro ravvicinato, Pigliacelli ad una grande parata. Finisce così la prima frazione tra i fischi dei supporters di casa.
Inizia sotto il segno del giallo la ripresa: come il colore del cartellino che il portiere Joronen riceve inizialmente da Manganiello per un intervento scomposto su Brunori lanciato a rete. L’attaccante cade in area sull’uscita del portiere veneziano; per l’arbitro è rigore, ma la decisione viene poi revocata dopo la consultazione al VAR. Il Venezia reagisce bene e subito dopo sfiora ancora una volta la rete del vantaggio con Pohjanpalo che chiama all’intervento Pigliacelli. La risposta dei rosa arriva con una conclusione di Valente da fuori area al 55°, ma il tiro è da dimenticare.
Ritmi più veloci nella ripresa e continui cambi di fronte. Su uno di questi il Venezia trova il vantaggio: Candela taglia per Pohjanpalo che riceve la sfera e la scarica alle spalle di Pigliacelli: 1-0. Nemmeno il tempo di ricominciare, però, e il Palermo ha l’occasione di rimettere la partita sulla giusta carreggiata. Su un cross di Di Mariano, tra i pochi in evidenza dei suoi, un difensore del Venezia tocca la sfera col braccio: stavolta è calcio di rigore. Sul dischetto si presenta il solito Brunori che, dopo il penalty fallito nella gara di Cosenza, replica facendosi respingere il tiro da Joronen. Sulla ribattuta lo stesso numero 9 del Palermo si fionda a porta vuota sulla sfera, ma scivolando sul terreno manda clamorosamente la stessa sopra la traversa.
Al 73° nuova sortita offensiva di Francesco Di Mariano che, su una conclusione di prima, trova la chiusura del portiere avversario. Corini le prova tutte, inserendo prima Soleri per Sala, poi Floriano per Broh ed infine Stulac per Gomes e Damiani per Valente. All’83° il Palermo trova il pari in mischia con Bettella ma, dopo aver consultato lungamente il VAR, anche stavolta l’arbitro annulla per un discutibilissimo fuorigioco di Soleri, sorpreso nell’azione leggermente al di là della linea difensiva. Lo stesso Bettella al 90° è costretto a lasciare il campo per una gomitata subita da Novakovich, al suo posto dentro Devetak. Il recupero è alleato dei rosa: l’arbitro concede 7 minuti.
Tuttavia gli assalti finali della squadra di Corini non servono purtroppo a cambiare il risultato. Il Venezia esce dal Barbera con i 3 punti, merito di un secondo tempo rocambolesco dove è capitato di tutto da ambo le parti. Altra delusione invece per il Palermo, principale artefice dell’ennesima debacle, frutto di una prestazione ancora una volta molto discutibile. Altrettanto discutibile però l’arbitraggio di Manganiello, che ha peccato spesso di “manie di protagonismo” condizionando così il risultato finale. In ogni caso niente alibi, per una squadra che deve riflettere molto sull’atteggiamento espresso in campo e sul rendimento disastroso di un’annata che rischia di essere ricordata come tra le peggiori di sempre.
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