Palermo, emergenza abitativa: famiglie occupano ex centro vaccinazioni

Senza una casa e reduci da un’altra situazione di occupazione, destinata presto a finire per uno sgombero imminente. alcune famiglie si sono stabilite presso l’ex centro vaccinazioni di via Lazzaro. Al momento vivono al freddo e in condizioni precarie, nella speranza di un proficuo confronto con l’Amministrazione comunale

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Da tre giorni alcune famiglie hanno occupato l’ex centro vaccinazioni di via Lazzaro, a Palermo. Una struttura abbandonata ormai da anni e fortemente vandalizzata che è divenuta, però, “casa” per chi non ha un tetto sopra la testa. A viverci sono al momento diversi nuclei familiari, con una decina di bambini tra i 3 e i 13 anni. “I bambini vanno regolarmente a scuola”, spiega a Palermo Live Tony Pellicane, portavoce del “Comitato di lotta per la casa”, che ci illustra la situazione in cui queste famiglie al momento vivono e le dinamiche di un’emergenza nel cuore della città di Palermo.

Occupato ex centro vaccinale di via Lazzaro

Gli occupanti dell’ex centro vaccinazioni provengono da un’altra situazione analoga in viale Michelangelo. Sotto la pressante certezza di uno sgombero imminente, probabilmente nel prossimo gennaio, per inagibilità dell’immobile, si sono spostati in via Lazzaro.

“Hanno fatto la trafila, sono stati convocati dai servizi sociali – spiega Tony Pellicane – . Hanno mostrato disponibilità ma si sono sentiti offrire come unica soluzione un progetto housing di un anno. Parliamo di famiglie che non hanno nemmeno il reddito di cittadinanza, perché molti di loro non hanno nemmeno la cittadinanza anagrafica. Per cui, il progetto di un anno è improponibile per loro”.

Attraverso parenti che vivono nella zona di via Lazzaro, le famiglie sono quindi venute a conoscenza dell’immobile abbandonato e hanno deciso così di occuparlo. “L’immobile in sé non è messo benissimo – precisa Pellicane -. Ho fatto una brave ricerca ed è inutilizzato dal 2009. E’ ipervandalizzato, ci sono tutte le finestre coi vetri spaccati. La struttura muraria non ha problemi; i problemi sono rispetto a un impianto elettrico che non esiste più e a un impianto idrico che sicuramente va rimesso in piedi”.

Un tavolo di trattativa

Diverse associazioni si sono messe in moto per portare alimenti e bevande calde alle famiglie. Ieri sera sono persino arrivate delle tende da campeggio per rendere il loro sonno più caldo. La speranza adesso è quella di un proficuo confronto con chi di dovere.

“Le famiglie vorrebbero comunicare con l’Amministrazione comunale – prosegue Pellicane a Palermo Live -. Intanto, se l’Amministrazione trovasse un’alterativa più adeguata alle loro esigenze, sono disposti ad andare via. Oppure, a creare un meccanismo di “autorecupero”, dove le famiglie sono disposte a mettere la loro manodopera – se qualcuno dà la disponibilità di avere materiali a disposizione – per ripristinare questo posto. Magari oggi potrebbe servire per ospitare loro, domani per altre persone”.

Il “Comitato di lotta per la casa” ha già provveduto stamattina ad inviare una richiesta di incontro all’assessore al Patrimonio Toni Sala e a quello alla Dignità dell’abitare Maria Mantegna. “Il nostro auspicio è che si possa aprire un tavolo di trattativa, quindi andremo con uno spirito di massimo dialogo. Ci auguriamo che ci sia apertura anche dall’Amministrazione comunale”.

Emergenza abitativa a Palermo

“Purtroppo è l’ennesima storia che si ripete”, afferma Tony Pellicane. “Era da almeno un paio d’anni che non si verificavano occupazioni, almeno da poco prima del Covid. Questo conferma che gli interventi dell’Amministrazione comunale rispetto all’emergenza abitativa sono stati totalmente inadeguati. Il progetto housing per un anno a una famiglia che non ha prospettive non serve a niente. Ammettendo che vada a buon fine, serve solo a spostare di un anno il problema”.

Il Comitato aveva già notato l’immobile abbandonato di via Lazzaro. Circa un anno e mezzo fa lo aveva segnalato per usufruirne col progetto “Casa del popolo”, ma l’iter si è poi bloccato. “Avevamo avuto anche un documento firmato dal sindaco che disponeva agli uffici del settore Risorse immobiliari di effettuare la consegna con relativo contratto, dopodiché tutto si arenò. Non abbiamo mai avuto un documento ufficiale coi motivi; solo ufficiosamente ci è stato detto più volte che l’immobile avrebbe problemi strutturali”.

“Malgrado tutto, passavano i mesi, e abbiamo segnalato un altro immobile in via Sampolo. Anche qui non abbiamo visto carte, ci è stato detto verbalmente che il valore annuale d’affitto va oltre 10mila euro, per cui il Comune non può fare una concessione diretta e deve metterlo a bando. Questo dovrebbe uscire tra qualche mese e stiamo valutando se parteciparvi”.

Residenza virtuale

Un possibile aiuto per chi non ha residenza anagrafica potrebbe essere quello della residenza virtuale. In questo modo, le famiglie potrebbero almeno far richiesta del sussidio del reddito di cittadinanza. Ma anche qui la questione si perderebbe nei meandri della burocrazia palermitana.

“Stiamo seguendo altre famiglie che hanno fatto richiesta di cittadinanza virtuale – conclude Pellicane – . L’iter è stato fatto tutto, ma quando la pratica arriva sulla scrivania della dirigente competente, si ferma. Di conseguenza non vengono fatte le determine e ci sono famiglie che aspettano la residenza virtuale da otto mesi”.

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