Con una determina firmata prima di Natale il sindaco di Palermo Roberto Lagalla ha accolto la richiesta presentata dalla famiglia del vicequestore Ninni Cassarà per fare togliere la targa dal parco di via Ernesto Basile. L’area verde quindi di via Ernesto Basile non porterà più il nome del poliziotto ucciso da Cosa Nostra nell’agosto del 1985.
Questa decisione del primo cittadino fa presagire che lo spazio verde non riaprirà a breve. A fine luglio la famiglia di Cassarà aveva scritto a Lagalla chiedendo la rimozione della targa al parco, chiuso ormai da 10 anni. Il primo cittadino aveva risposto affermando che l’amministrazione era a lavoro per recuperare i ritardi di questi anni, ma probabilmente in questi mesi si sarà aggiunto qualche altro intoppo che ha portato il primo cittadino a una marcia indietro.
La possibilità che l’area verde possa essere abbandonata ora c’è e dal mondo politico c’è chi all’idea storce il naso. “È comprensibile, dopo anni di degrado, abbandono ed inerzia, la richiesta della famiglia del commissario Cassarà, di far rimuovere la targa con il suo nome all’ingresso del parco a lui intitolato e chiuso da 10 anni dopo che ne è stata accertata la presenza di amianto nel sottosuolo”, dice il consigliere del M5S a Palazzo delle Aquile, Concetta Amella. “Ma adesso sembra profilarsi l’assurda prospettiva dell’abbandono definitivo di questo spazio, che rappresenterebbe l’unico polmone verde ed il solo luogo di socializzazione della IV circoscrizione.
E questo – continua Amella – dopo ripetute richieste da parte di comitati di cittadini, associazioni e, in particolare, dopo essere giunti al piano della caratterizzazione dell’area, passaggio indispensabile per procedere con le eventuali operazioni di bonifica. Dopo anni di battaglie non intendiamo arrenderci, accettando che si possa porre la pietra tombale su questo parco che, tra l’altro, include anche il sito archeologico della Fossa della Garofala. Perciò abbiamo presentato una interrogazione al sindaco Lagalla per verificare le reali intenzioni dell’attuale amministrazione rispetto al futuro di quest’area, che va restituita ai cittadini indipendentemente dal nome che le verrà dato.”
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