Il Palermo riesce nell’impresa di trasformare perfino la modesta Reggiana nel Real Madrid. Ennesimo suicidio di una stagione da dimenticare. Tra le poche note positive la prestazione battagliera di capitan Brunori, al suo sedicesimo gol in campionato. Per il resto il nulla cosmico.
PALERMO (3-5-2): 22 Pigliacelli 5,5; 23 Diakité 6, 5 Lucioni 6,5, 18 Nedelcearu 6 (dal 74° Insigne 6); 25 Buttaro 5 (dal 67° Ranocchia 6), 53 Henderson 6 (dal 55° Segre 6), 4 Gomes 5,5, 17 Di Francesco 6 (dal 74° Traoré 6), 3 Lund 7; 9 Brunori 7, 7 Mancuso 5,5 (dal 55° Soleri 5,5).
All. Mignani.
REGGIANA (3-4-2-1): 12 Satalino 6; 17 Libutti 6,5, 4 Rozzio 6,5, 27 Marcandalli 5,5; 15 Fiamozzi 6, 42 Bianco 6 (dal 90° Cigarini s.v.), 77 Kabashi 6,5, 3 Pieragnolo 6 (dal 90° Pajac s.v.); 72 Melegoni 6,5, 90 Portanova 6,5 (dal 74° Antiste 6); 11 Gondo 6 (dal 79° Okwonkwo s.v.).
All. Nesta.
I MIGLIORI DEL PALERMO
BRUNORI: Dopo un inizio timido di gara il capitano del Palermo segna un gol da bomber di razza: sul lancio chirurgico di Lucioni il numero 9 si insinua tra le maglie granata, controlla al volo la sfera a mezza altezza e salta abilmente Satalino depositando il pallone in rete per la sedicesima volta in campionato. Prima di allora un altro paio di iniziative lodevoli sulla sinistra, una delle quali per poco non portava, con un assist al bacio, al vantaggio di Mancuso. Una spanna sopra tutti. Peccato che da solo non possa fare miracoli.
LUND: Le migliori iniziative dei rosa nascono tutte dalla sua fascia. Motorino instancabile: illumina con i suoi lanci e spesso risulta decisivo anche in fase di ripiego. Non gli si può chiedere di più.
I PEGGIORI DEL PALERMO
BUTTARO: Evanescente per tutta la gara. Il Palermo sulla destra non spinge quasi mai, se non su qualche sporadica sovrapposizione di Diakité. Una prestazione scialba che mette ancora di più in evidenza l’importante assenza di Di Mariano. Esce mestamente al 67° minuto per far spazio a Ranocchia.
MANCUSO: Vale lo stesso discorso fatto per Buttaro: sfiora un palo al 31° minuto più per merito di Brunori che suo. Per il resto non pervenuto, fino al decimo della ripresa quando Mignani lo chiama fuori sostituendolo con Soleri.