Nel corso della campagna degli scavi archeologici sono emersi numerosi segreti che affiancano Villa di Napoli, complesso seicentesco di origine Normanna situato a Palermo, precisamente nel quartiere di Cuba-Calatafimi e inserito nell’area del “Genoardo” dei Sollazzi Regi.
Villa Napoli nasce a Palermo come un palazzo normanno che fu soggetto a modifiche e ad ampliamenti per merito dei vari proprietari. L’attuale nome nasce nel 1730 e deriva da Carlo di Napoli. Le volte del salone nobile e un’adiacente piccola chiesa dedicata a santa Rosalia vennero affrescati da Vito D’Anna.
La Regione Siciliana, nel 1991, riuscì ad ottenere l’acquisto di Villa Napoli, sottoponendo la struttura a diversi interventi di restauro e consentendo il recupero delle coperture della villa e dei corpi annessi.
Parte della villa è il piccolo chiosco detto “Cubula” che originariamente doveva trovarsi al centro di una peschiera. Caratterizzato da una cupola rossa, l’edificio di epoca araba è oggi l’unico ornamento presente. Malgrado ciò, molti ne desiderano una svolta attiva e sfruttata in modo tale che l’edificio risulti meno abbandonato nella città di Palermo.
Le scoperte di mura arabe preesistenti e i due bacini sovrapposti confermano ulteriori lavori focalizzati sul recupero e sulla valorizzazione di tali beni. Dunque, il restauro è finanziato dal dipartimento regionale dei Beni culturali con più di 670 mila euro giunti dal Po Fesr 2014-2020.
La struttura si trova a Palermo, in via Michele Titone con un accesso secondario retrostante in via Francesco Speciale (fra corso Calatafimi e via Gaetano La Loggia).