Cronaca di Palermo

Palermo ricorda Biagio e Giuditta, studenti del Meli morti in un incidente: “Vittime innocenti della violenza mafiosa”

Una giornata di impegno civile e sociale quella di oggi a Palermo, partita dal ricordo dei due giovani studenti del Liceo Meli di Palermo, Biagio Siciliano e Giuditta Milella, che persero la vita il 25 novembre di 38 anni fa, in un incidente che vide coinvolta un’auto della scorta dei giudici Guarnotta e Borsellino alla fermata di piazza Croci, angolo via Libertà, a Palermo.

Due vittime innocenti e collaterali della violenza mafiosa rimasti coinvolti in un clima di guerra in quel periodo (era il 1985), indotto dalle strategie stragiste di Cosa Nostra culminate nel ‘92 con le stragi di Falcone e Borsellino e precedute due anni prima, nell’83, dall’eccidio che vide coinvolto il giudice istruttore Rocco Chinnici, con un’autobomba in via Pipitone Federico a Palermo.

Palermo ricorda Biagio e Giuditta

Una tragedia con 23 feriti quella in cui Biagio e Giuditta ebbero la peggio. Trentotto anni dopo la tragedia e a dieci mesi dall’arresto del superlatitante Matteo Messina Denaro, quella di Biagio e Giuditta è una storia che l’attivista, scrittrice, insegnante e presidente della Commissione Cultura dell’Ottava Circoscrizione del Comune di Palermo Mari Albanese ha voluto tirare fuori dai cassetti dell’oblio per una giornata di antimafia sociale che ha coinvolto giovani e Istituzioni.

Una commemorazione giunta al secondo anno per un evento organizzato insieme al Centro Studi “Paolo e Rita Borsellino” e l’AGIUS, con il patrocinio gratuito dell’Ottava Circoscrizione e di Quarto Tempo, che ha visto due momenti significativi. Uno, davanti la lapide per Biagio e Giuditta, sul luogo dell’incidente, in via Libertà. E l’altro nell’Aula Crescente della Procura della Repubblica di Palermo, per un convegno-dibattito sullo stato della mafia e dell’antimafia oggi.

Il dibattito su Cosa Nostra

Cosa Nostra ha cambiato volto, non spara più come una volta. Mentre negli anni delle stragi, la mafia puntava sulle Istituzioni e la politica, oggi è del traffico di stupefacenti che è tornata ad occuparsi per tornare ricca. Mentre la cosiddetta borghesia mafiosa è da sempre esistita, quello che oggi bisogna attenzionare è la cosiddetta “voglia di mafia”. Quell’appoggio, quella ricerca, che consolida la mafia. Poi c’è la questione etica e l’impegno civile.

“Dopo l’arresto di Messina Denaro, a che punto è la notte?”, interroga Mari Albanese, rivolgendosi al nutrito parterre istituzionale nell’ambito del convegno. “Quali sono i nostri nemici e cos’è la mafia oggi? Era tutto più chiaro prima, quando avevamo dei nemici fisici da andare a prendere in giro per la Sicilia, l’Italia e il mondo. E adesso? Come hanno cambiato il loro volto?”.

Davanti alla lapide per Biagio e Giuditta a piazza Croci si è svolta “Un gioco per Biagio e Giuditta”, iniziativa liberamente ispirata al mito della caverna di Platone, con le alunne e gli alunni delle quinte classi, sezioni A, B, C e D dell’I.C.S. “Alberico Gentili” e gli studenti della primaria “G. Pitrè” di Palermo. A seguire gli interventi di Marcello Longo, presidente dell’Ottava Circoscrizione del Comune di Palermo e di Mari Albanese.

Presenti, il fratello di Biagio, Vincenzo Siciliano e il giornalista e scrittore Roberto Puglisi. L’attrice Erika La Ragione ha interpretato in modo significativo delle letture dal libro “Il cielo sopra Palermo è sempre più grigio” di Mari Albanese.

L’impegno e il ricordo

“Una giornata di memoria e di impegno ricordando dopo 38 anni questi due ragazzi, Biagio e Giuditta, falciati dalla macchina di scorta dei giudici Guarnotta e Borsellino. Un momento di memoria. In quegli anni si correva, si correva tanto. Possiamo ben dire che sono state vittime innocenti di quel sistema e di quella violenza mafiosa. Ricordarli oggi è importante. L’antimafia sociale è soprattutto questo, ritornare nei luoghi della memoria, ma pensando al futuro”. Così ha dichiarato Mari Albanese. 

“Una giornata che tutti dobbiamo ricordare con gioia, con i bambini che giocano. Una giornata di divertimento, preferisco chiamarla così. E rivedere tantissimi amici è un regalo immenso”. Queste le parole di Vincenzo Siciliano, fratello di Biagio.

“Una giornata importante perché noi abbiamo la responsabilità di indicare ai ragazzi la strada giusta – sottolinea Vittorio Teresi, presidente Centro Studi Paolo e Rita Borsellino – e purtroppo, a Palermo, la strada giusta da percorrere è quella che passa attraverso il ricordo e la memoria delle numerosissime vittime di Palermo, troppe. Biagio e Giuditta sono state vittime di un clima esasperato, avvelenato. Il 1985 è un anno terribile per Palermo. E loro inconsapevoli di questo vivevano in una città di frontiera dove la violenza mafiosa governava un pò in silenzio, un pò con il rumore dei kalashnikov e del tritolo. Oggi, i ragazzi devono conoscere questa storia e imparare”.

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Redazione PL