Giornata di commemorazioni oggi a Palermo. Il 6 agosto cadono infatti gli anniversari delle uccisioni, per mano di Cosa Nostra, del magistrato Gaetano Costa, del vicequestore Ninni Cassarà, dell’agente Roberto Antiochia.
Il primo fu ucciso nel 1980, freddato da sei colpi di pistola sparatigli alle spalle da due killer: morì dissanguato su un marciapiede di via Cavour. Cinque anni dopo, il 6 agosto 1985, il vicequestore Ninni Cassarà fu colpito da un gruppo di nove uomini, appostati nei pressi della sua abitazione in via Croce Rossa, mentre rientrava dalla questura. Era appena sceso da un’Alfetta, fu colpito da diversi proiettili. L’agente Roberto Antiochia, uscito per aprirgli lo sportello, venne ucciso davanti al portone dello stabile. Illeso l’altro agente di scorta, Natale Mondo.
“Nel 37° anniversario dell’uccisione del vicequestore Ninni Cassarà e dell’agente Roberto Antiochia, assassinati per mano mafiosa, è viva ancora la memoria del loro operato e della loro lealtà verso lo Stato. Cassarà ebbe un ruolo investigativo di primo piano nell’istruzione del Maxiprocesso e, per questa ragione, rimane nel tempo un esempio per gli uomini delle forze dell’ordine che lavorano ogni giorno con coraggio per la legalità”. Così ha dichiarato il sindaco di Palermo, Roberto Lagalla, presente alla commemorazione di stamani.
Il sindaco Lagalla ha presenziato anche alla deposizione di una corona d’alloro in via Cavour in memoria di Gaetano Costa. È stata scoperta anche la targa che per la prima volta attribuisce l’omicidio alla mafia.
“Magistrato lungimirante, Gaetano Costa intuì l’evoluzione del pericoloso potere di Cosa nostra all’interno delle istituzioni – ha dichiarato il sindaco -. Per questo e per essere stato un esemplare servitore dello Stato, ancora oggi ne viene ricordato il valore dalle istituzioni e da quanti continuano ad alimentare la lotta contro la criminalità organizzata nel nostro territorio. Per ricordare nel migliore dei modi il giudice Costa, in questo anniversario l’amministrazione ha finalmente assolto anche al dovere di sostituire la lapide, dove per la prima volta si legge che questa strage è avvenuta per mano mafiosa”.