Palermo, smantellata la famiglia mafiosa del Villaggio Santa Rosalia: 33 arresti
“Operazione Villaggio di Famiglia”. I finanzieri del Comando Provinciale di Palermo hanno dato esecuzione a un’ordinanza applicativa di misure cautelari emessa dal G.I.P. nei confronti di 33 soggetti, tutti appartenenti al mandamento di Villaggio Santa Rosalia.
I reati e il sequestro
Gli indagati sono indiziati, a vario titolo, dei reati di partecipazione e concorso esterno in associazione mafiosa con l’aggravante dell’associazione armata, trasferimento fraudolento di valori al fine di agevolare Cosa Nostra, e traffico di stupefacenti con l’utilizzo del metodo mafioso. Con il medesimo provvedimento il G.I.P. ha disposto il sequestro preventivo di 6 attività commerciali operanti nel settore della ristorazione, del commercio al dettaglio di generi alimentari, del trasporto merci su strada e del movimento terra, per un valore complessivo di circa 5 milioni di euro.
La famiglia mafiosa del Villaggio
Le indagini avrebbero permesso di ricostruire l’esistenza di consolidate e capillari dinamiche criminali legate all’esercizio di un penetrante potere di controllo economico del territorio esercitato nel quartiere Villaggio Santa Rosalia da parte dell’omonima famiglia mafiosa, inserita nel mandamento di Pagliarelli.
A capo della stessa si collocherebbe uno degli uomini d’onore più influenti all’interno di Cosa Nostra palermitana, il quale, nonostante lo stato detentivo cui è sottoposto, avrebbe conservato la propria leadership mantenendo rapporti diretti e indiretti con i suoi storici sodali e con altri soggetti “contigui” alla consorteria. In particolare, il figlio del presunto capofamiglia sarebbe stato investito di una funzione di supplenza rispetto al padre, curando gli interessi mafiosi ed economico-criminali sul territorio, anche grazie al supporto di un altro giovane affiliato, che avrebbe svolto il ruolo
di “braccio operativo” con funzioni di raccordo con i vertici della famiglia.
Il controllo sul territorio: estorsioni e imposizioni
Dalle investigazioni sarebbe, infatti, emerso il tratto distintivo della famiglia mafiosa del “Villaggio Santa Rosalia”: l’infiltrazione e il conseguente pesante condizionamento del tessuto economico del territorio.
A tal proposito, le risultanze investigative avrebbero comprovato l’esistenza di:
• forme di controllo delle postazioni per la vendita ambulante del pane, con episodi anche di imposizione del prezzo di vendita dei prodotti;
• un vero e proprio monopolio della fornitura di fiori presso una rete di venditori palermitani ubicati in prossimità delle aree cimiteriali di “Sant’Orsola” e “Santa Maria dei Rotoli”, a favore di imprese ragusane, emanazioni di esponenti mafiosi di quel territorio legati al clan stiddaro Carbonaro-Dominante di Vittoria (RG);
• specifiche autorizzazioni per l’apertura di negozi ovvero per il cambio della loro gestione, con l’imposizione di ditte e tecnici per la realizzazione di lavori nei locali commerciali;
• pressanti ingerenze nella conclusione e realizzazioni di affari immobiliari a favore di soggetti inseriti o contigui alla consorteria mafiosa, destinatari per questo di una rivendicata “prelazione ambientale”;
• posizioni dominanti di aziende operanti nel settore edile e del movimento terra, direttamente riconducibili agli interessi della famiglia mafiosa, tanto da poter essere considerate – come affermato dal GIP – “vera e propria articolazione imprenditoriale del mandamento di Pagliarelli”.
Venti dei soggetti colpiti dalla misura cautelare, infine, risultano percepire direttamente o tramite il proprio
nucleo familiare il “reddito di cittadinanza”, beneficio che, in conformità alle disposizioni vigenti, verrà
immediatamente sospeso.
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