Palermo, sorpreso al porto con diversi smartphone rubati: denunciato

Gli smartphone rubati nel capoluogo sarebbero stati esportati in paesi Extra-Schengen facendo perdere ogni possibilità di ritrovamento

palermo

Negli scorsi giorni, nel corso delle consuete operazioni di controllo sui passeggeri in arrivo e in partenza dal porto di Palermo, gli operatori dell’ufficio di Polizia di Frontiera Marittima di Palermo, ed in particolare personale della squadra di P.G., hanno proceduto al deferimento in stato di libertà di un cittadino di nazionalità marocchina per il reato di ricettazione, ex art 648 C.P.. L’uomo nascondeva infatti, all’interno del proprio veicolo, diversi smartphone provento di furti perpetrati di recente nell’intera città di Palermo, al fine di esportarli in paesi Extra-Schengen facendo perdere ogni possibilità di ritrovamento.

Smartphone rubati a Palermo  

Nello specifico, il cittadino marocchino si sarebbe dovuto imbarcare su una motonave diretta a Genova. Successivamente sarebbe partito alla volta di Tangeri (Marocco). Al momento del controllo del veicolo, gli agenti hanno notato che il conducente, alla richiesta di esibire i documenti, mostrava un atteggiamento nervoso e insofferente. Pertanto hanno deciso di effettuare un controllo più approfondito.

Dopo non poche difficoltà dovute al fatto che il veicolo era carico di innumerevoli oggetti e che l’area del controllo si presentava scarsamente illuminata, venivano ritrovati così sette smartphone occultati all’interno di un sacchetto di plastica sotto il sedile del conducente. Dai dovuti controlli è emerso che gli stessi fossero provento di furto. Contattati tutti i proprietari per le attività di rito, il passeggero è stato dunque deferito in stato di libertà all’Autorità Giudiziaria per il reato di ricettazione.

Giova precisare che il soggetto è, allo stato, indiziato in merito al delitto contestato. La sua posizione sarà definitiva solo dopo l’emissione di una, eventuale, sentenza passata in giudicato, in ossequio al principio costituzionale della presunzione di innocenza.

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