Arte, solidarietà, lavoro, in nome della sicilianità. Messaggi forti che arrivano dall’iniziativa lanciata da Giacomo Callari, mecenate e fondatore del Museo della Sicilianità, che ha sede a Palermo, nella settecentesca dimora di Villa Adriana, per aiutare una cooperativa impegnata nell’agricoltura sociale, la Rossa Sera di Alcamo, con sede anche a Partinico. Il Museo ha acquistato un quadro realizzato dal pittore Roberto Masia e lo ha donato alla cooperativa, guidata dalla presidente Delfina Bambina. Obiettivo è contribuire a un progetto già partito nei mesi scorsi con una raccolta fondi e destinato a favorire l’assunzione di due persone “fragili”, nel segno dell’inclusione, priorità della cooperativa stessa.
L’opera pittorica di Masìa, artista di origini sarde ma radicato a Palermo, rappresenta un luogo iconico della città, la Palazzina dei Quattro Pizzi, alla tonnara dell’Arenella, chiamata anche Casa Florio perché fu fatta costruire dalla storica famiglia di imprenditori che hanno reso florida la Sicilia a cavallo di due secoli, l’Ottocento e il Novecento. “Ho voluto omaggiare la sicilianità, aggiungendo al paesaggio marino della tonnara anche i fiori, nel segno del colore che caratterizza la nostra terra“, spiega Roberto Masia.
La serata ha permesso di presentare al pubblico il Museo di Villa Adriana, con le sue opere spesso improntate alla satira che rappresentano le tradizioni popolari e la vita stessa dei siciliani, ma anche i personaggi che hanno lasciato la loro impronta sulla storia dell’Isola. Per l’occasione è stato anche inaugurato il presepe satirico, col taglio del nastro affidato all’europarlamentare Giuseppe Lupo. La presidente Bàmbina ha illustrato ai presenti le attività della cooperativa agricola, «azienda che avvia al lavoro e reinserisce nella società persone con disabilità psichica e disagio sociale». Una targa alla memoria è stata attribuita al papà del patron del Museo della Sicilianità, Francesco Paolo Callari, antesignano delle cooperativche negli anni Cinquanta con la sua iniziativa promossa a Geraci Siculo, sulle Madonie, negli anni Cinquanta, come ha spiegato lo stesso Giacomo Callari nel corso della cerimonia. Callari ha anche voluto dare un riconoscimento ai «Paladini del Museo della Sicilianità», ovvero una serie di persone che, ciascuno nel proprio campo, hanno sostenuto in questi anni il lavoro necessario a fare crescere quello che oggi è uno scrigno che racchiude tante opere che descrivono l’Isola in tutte le sue sfaccettature.
Ecco i premiati: Roberto Lagalla (sindaco di Palermo), Delfina Bàmbina (presidente della cooperativa Rossa Sera), Istituto superiore Mario Rutelli, Chantal Pollari (docente), Rosalia Mazzamuto (Comando di polizia municipale di Palermo), Alessandro Palmigiano (avvocato), Claudio Calafiore (avvocato), Mario Lupo (commercialista), Giuseppe Incardona (avvocato), Piero Cascio (Giornale di Sicilia), Gianvito Pisciotta (commercialista), Nadia La Malfa (giornalista), Sasà Salvaggio (attore), Antonino Sancarlo (pittore), Roberto Masìa (pittore), Riccardo Compagnino (commercialista), Adriana Salerno (artista), Sonia Geraci (ceramista), Istituto alberghiero Francesco Paolo Cascino, Maria Concetta Catalano (Erasmus + Erasmus + Edo), Eugenia Affronti (pittrice), Associazione Sant’Erasmo Gatto, Michele Conigliaro (avvocato), Toti Piscopo (Travelexpo), Maria Giambruno (giornalista), Diana Sapienza (Sicilapp), Sergio Garofalo (architetto), Claudio Pezzillo (fotografo), Carlotta Butticè (Le Vie dei Tesori), Francesca Cerami (Idimed, Istituto Dieta Mediterranea), Teresa Piccione (consigliere comunale), Giuseppe Lupo (deputato europeo), Vito Lo Scrudato (saggista e docente), Giuseppe Greco (avvocato) e un riconoscimento speciale di ambasciatrice del Museo della Sicilianità è’ stato assegnato a Domenica Marino.