In un gioiello del Basile il museo regionale della fotografia

Il Villino Favoloro ospiterà i capolavori della fotografia siciliana

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Percorrendo la via Dante, abbiamo certamente ammirato la villa al centro della piazza Virgilio, e ci siamo domandati del perché di quelle alte impalcature e del cantiere che da un anno occulta la bellezza di un villino liberty e del suo giardino al centro della città. E’ presto detto: la Sicilia avrà a Palermo il primo Museo regionale della fotografia. La sede sarà proprio quel gioiello architettonico, il Villino Favaloro, realizzato da Giovan Battista Basile nel 1889. Una location prestigiosa che accoglierà gli oltre 100mila pezzi dedicati alla fotografia, custoditi dal Centro Regionale dell’Inventario e Catalogo della Regione Siciliana.

Il Villino Favaloro, costruito, tra il 1889 e il 1891 su progetto di Giovan Battista Filippo Basile, rappresenta il punto di incontro tra i tratti distintivi tardo medievali e rinascimentali, in una equilibrata sintesi stilistica delle tendenze sperimentali del geniale architetto. I modi e le formule Liberty risalgono ad alcuni interventi del 1903 a cura di Ernesto Basile, lo stesso che nel 1914 ha effettuato l’ampliamento del Villino con la costruzione dello splendido torrino belvedere e il delizioso giardino d’inverno in ferro e vetro con motivi liberty. Le decorazioni pittoriche interne e i mosaici sono stati realizzati da Salvatore Gregorietti. Simbolo di una sofisticata eleganza, l’interno del villino è ricco di pregevoli affreschi. Tralci di fiori sui toni del rosa e del lilla si intrecciano nel salone di rappresentanza; sirene e piccoli draghi ornano le sale attigue. Pavimenti in stile pompeiano decorano la sala della musica mentre la camera da letto sfoggia un affresco a soffitto che rappresenta un ricco pizzo che si alza a scoprire vasi di fiori. Non meno importanti i pregevoli pavimenti di mattonelle a mosaico e l’elegante biblioteca rivestita da boiseries in legno con finestre decorate. L’abitazione appartenne prima alla famiglia Favaloro, e in seguito al senatore Giuseppe Di Stefano Napolitani. Il ricco giardino circostante impreziosisce questo scrigno situato nel centro della città, rara testimonianza dell’architettura ottocentesca palermitana in un contesto di moderna e spesso orribile cementificazione.

STORIA TRAVAGLIATA

La storia della nascita del nuovo Museo della fotografia è abbastanza travagliata. Dopo un lungo periodo di abbandono fin dagli anni ‘90, solo recentemente il progetto ha visto un impulso decisivo con l’utilizzo di un milione e 700mila euro destinati al restauro e all’allestimento. Nei primi mesi del prossimo anno, la Sicilia si arricchirà quindi di questo nuovo spazio culturale che va a colmare il grande vuoto creato dalla mancanza di un museo dedicato alla fotografia.

L’ORGANIZZAZIONE DEL MUSEO

Per l’esposizione, sarà adottato un criterio cronologico: si parte dal dalla protofotografia che va dal 1839 al 1865 per proseguire con i fotografi del Gran Tour della fine dell’Ottocento e con le produzioni della prima metà del Novecento del Pittorialismo. Il percorso continuerà al piano superiore con la fotografia del Novecento e la fotografia documentaria dei Beni culturali delle città siciliane. Dagherrotipi, calotipi, collodi e altri fototipi insieme a materiali documentali cartacei, lastre e pellicole stampe, album d’epoca; e ancora diapositive provenienti dai Fondi Bronzetti, Di Dio, Seffer, Arezzo di Trifiletti con fotografie di autori di rilievo quali i fratelli Alinari, Brogi, Incorpora, Intergugliemi, Cappellani, tutti materiali acquisiti nel tempo dalla Regione Siciliana.

Sono previste anche due piccole camere oscure per la proiezione di filmati e cortometraggi del Novecento, scelti dalla ricca Filmoteca regionale. Sarà inoltre attrezzata una sala per mostre temporanee di fotografi che hanno lavorato in Sicilia e che rappresentano la storia della fotografia internazionale: Ferdinando Scianna, Letizia Battaglia, Enzo Sellerio, Enzo Brai, Giuseppe Tornatore, Dante Giuseppe Cappellani, Vincenzo Florio, Giuseppe Leone, Fosco Maraini, Melo Minnella, Folco Quilici.

Con il Museo della fotografia, la Sicilia non solo si dota di un centro di documentazione fondamentale per la memoria culturale dell’Isola, ma restituisce alla collettività un gioiello architettonico di rara bellezza. Un’eccellenza che in un contesto di grande fascino, conserverà e offrirà alla pubblica fruizione la memoria di una terra e di un popolo attraverso documenti preziosi che abbiamo il dovere di tramandare, nel segno della valorizzazione del patrimonio culturale siciliano.