Paolo Giaccone e il no alla mafia che gli costò la vita: la cerimonia a Palermo

Si è tenuta oggi, presso il Policlinico di Palermo, la cerimonia in memoria del medico ucciso da Cosa Nostra nel 1982

paolo giaccone

Palermo ricorda oggi, 11 agosto, Paolo Giaccone, il medico legale ucciso quarant’anni fa dopo essersi ribellato alle pressioni di Cosa Nostra. Stamani pertanto l’Azienda ospedaliera Universitaria e l’Università di Palermo hanno ricordato il professionista e l’uomo, esempio di integrità e moralità.

Numerose le autorità civili, militari, i docenti e gli studenti presenti alla commemorazione. Questa si è tenuta nei viali interni del Policlinico Universitario, di fronte al monumento eretto nel punto in cui l’11 agosto 1982 il professor Giaccone fu ucciso.

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PAOLO GIACCONE, LE PAROLE DI LAGALLA

“A quarant’anni dalla sua morte, di Paolo Giaccone conservo il ricordo di un docente intelligente e capace, un uomo buono e soprattutto un esempio di rettitudine morale”. Così per l’occasione ha dichiarato il sindaco Roberto Lagalla. “Il suo profondo senso di responsabilità e il suo coraggio lo hanno portato a non piegarsi davanti alla minaccia mafiosa. Una scelta che gli costò la vita; un gesto nobile che ancora rappresenta un punto di riferimento nella lotta quotidiana alle infiltrazioni mafiose e alla criminalità organizzata. Paolo Giaccone è un eroe silenzioso che si iscrive nel novero dei martiri di questa città e di coloro i quali, attraverso il loro comportamento, inviano un messaggio importante alle giovani generazioni”. 

PAOLO GIACCIONE E IL DINIEGO “ESPRESSIONE DI LEGALITÀ”

A ricordare il medico ucciso anche il Rettore dell’Università di Palermo, il professor Massimo Midiri. “La morte di Paolo Giaccone è un evento che ha segnato la nostra vita di studenti quell’estate del 1982 – ha detto -. Ciò che di certo tutti noi ricordiamo è la capacità di Paolo Giaccone di saper essere maestro; lui che ha saputo sempre coniugare il suo ruolo di medico legale e di docente universitario. Oggi nella mia veste di Rettore dell’Università di Palermo non posso che rivendicare quel ruolo centrale che la formazione riveste nel forgiare gli uomini e i professionisti di domani. Il messaggio di Giaccone è quello dell’uomo che non si fa condizionare e che predilige la logica della conoscenza a quella dell’appartenenza. Si va avanti per merito. È un principio che valorizzeremo sempre di più per tener viva questa fiamma di coraggio nelle nuove generazioni”.

“In questi anni mi sono ritrovato spesso a ricercare maggiori informazioni su Paolo Giaccone”, ha sottolineato il Commissario Straordinario dell’AOU Alessandro Caltagirone. “Tra le tante informazioni lette mi ha colpito in modo particolare la testimonianza, raccolta da una testata on line, di Pippo Giordano – ex ispettore della Dia, che si trovò quella mattina sulla scena del delitto e fu anche colui che, insieme al commissario Beppe Montana, ne arrestò il killer. Nel parlare di un termine spesso abusato come “legalità” ha evidenziato quanto il diniego espresso da Giaccone sia stato esso stesso vera espressione di legalità. Ed è questo richiamo ai dinieghi, ai NO, che ha colpito in modo particolare la mia attenzione. I NO dovrebbero risuonare di più, e ciò non perché siano necessariamente espressione di mancanza di volontà o di negatività.

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Alessandro Caltagirone, Commissario Straordinario dell’AOU

“Il tema della sicurezza degli operatori sanitari è ricorrente e anche la nostra azienda è stata vittima di atti di aggressione, spesso anche per alcuni no espressi. Il no di Paolo Giaccone ha generato un evento tragico; altri no determinano quotidianamente violazioni che, seppur minori, pongono i nostri operatori di fronte a un bivio. Sono convinto che giorni come questi, in cui esprimiamo la nostra vicinanza a Paolo Giaccone, siano momenti nei quali come amministratori e come operatori teniamo alto il vessillo dei no, espressione ed emblema di un comportamento improntato su quella legalità che Paolo Giaccone ha insegnato a tutti noi con il suo sacrificio”.

“UN EROE NORMALE”

Quarant’anni, ma è come se fosse stato ieri“. Così ha affermato il Presidente della Scuola di Medicina e Chirurgia, Prof. Marcello Ciaccio. “Come Ateneo di Palermo e come Scuola di Medicina in questi anni abbiamo sempre voluto ricordare Paolo Giaccone non certo per rispondere ad un atto formale o ad un adempimento freddo di circostanza ma ad un atto dovuto, voluto, un obbligo etico nei suoi confronti che ha sacrificato la vita solamente per aver svolto con onestà il proprio lavoro, per i suoi familiari, per i suoi allievi e per tutti i giovani, medici e non medici, che scelgono una professione. Commemorare la vicenda umana di Paolo Giaccone è una lezione di come diffondere la cultura della legalità, dell’impegno professionale e dell’onestà intellettuale. Il suo svolgere in maniera “normale” la sua professione, si rivelerà essere una scelta eroica”.

“Il Professore Giaccone ha svolto, infatti, il proprio lavoro con impegno, professionalità e correttezza, anche quando si può nutrire una legittima paura. L’esempio di Giaccone è quello di un “eroe normale”, una normalità di dedizione e impegno che siamo chiamati a promuovere sempre più e a diffondere tra i nostri studenti e tutti colore che si avviano alla professione di medico”.

La cerimonia ha visto presente la figlia di Paolo Giaccone, Milly. Oltre al sindaco Roberto Lagalla, sono intervenuti il Presidente della Corte d’Appello di Palermo Fabio Marino; Paolo Procaccianti, già Direttore dell’Istituto di Medicina legale e aiuto del Professor Giaccone; Antonella Argo, attuale direttore della UOSD di Medicina Legale.

PAOLO GIACCONE, LE PAROLE DEL PRESIDENTE MATTARELLA

A ricordare Paolo Giaccone anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. “Quaranta anni fa, nei viali del Policlinico di Palermo – oggi a lui intitolato- veniva assassinato dalla mafia il professor Paolo Giaccone. La sua fermezza nel respingere pressioni mafiose sulla sua attività di medico legale, in coerenza con lo stile di grande correttezza della sua vita, fa avvertire il dovere di esprimere nei suoi confronti riconoscenza e ammirazione e di rinnovare solidarietà ai suoi familiari”.

“La sua figura esemplare -da indicare come modello ai giovani professionisti – rientra nel novero di quanti hanno testimoniato, a costo di qualsiasi rischio, la dignità personale e quella della società di fronte alla protervia della prepotenza mafiosa; e la Repubblica lo ricorda costantemente”. Così ha concluso il Capo dello Stato.

 

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