Da quello che si legge oggi nell’edizione palermitana della Repubblica, sembra che il “Non ce n’è coviddi”, non sia solo il punto di vista di Angela da Mondello. Nel quotidiano cittadino si legge che anche i palazzi del potere vengono lambiti da questo che ormai è diventato un tormentone. Si deve prendere atto infatti che, nonostante negli ultimi giorni le notizie delle positività al Covid si siano rincorse con preoccupante frequenza, ieri Gianfranco Miccichè ha come strizzato l’occhio ai “negazionisti”.
«A ROMA SONO INNAMORATI DELL’EMERGENZA»
Il presidente dell’Assemblea Regionale ieri ha detto: «A Roma sono innamorati dell’emergenza, pregano tutto il giorno perché continui ma il Covid è enormemente indebolito Loro se ne fregano perché nell’emergenza possono fare quel che vogliono senza regole. Se Berlusconi, a 85 anni, in una settimana è uscito dall’ospedale, è chiaro che il virus è più debole».
CRITICA POLITICA
Probabilmente si tratta di una critica a sfondo politico, ma Miccichè ha anche aggiunto: «Avevamo le carte, sapevamo che qui in Sicilia non c’era il Covid, come in Sardegna, perché il virus non sa nuotare. Eppure, eppure ci hanno chiuso, ci hanno considerato zona rossa. Ci hanno distrutto, la Sicilia ha perso 11 punti di Pil, la Regione ha incassato 3 miliardi di euro in meno».
LA RISPOSTA DEL PARTITO DEMOCRATICO
Non si è fatta attendere la risposta di Anthony Barbagallo, segretario regionale del Partito Democratico, che è andato all’attacco di Miccichè e del centrodestra: «In questa fase – ha detto – servono atteggiamenti responsabili soprattutto da chi rappresenta istituzioni prestigiose. Nei mesi scorsi ci sono stati atteggiamenti leggeri che certamente non ci hanno aiutato. In un momento come questo non bisogna abbassare la guardia». Ed ha continuato aggiungendo: «Che lo smart working sia stato cancellato è un problema. Bisogna tornare a lavorare a distanza, come dimostrano le cronache recenti».