Auto o bici? Nelle strade di Palermo sembra non esserci spazio per la convivenza pacifica tra quattro e due ruote.
Con la realizzazione delle nuove piste ciclabili decise dal Comune, le carreggiate contese tra automobilisti e ciclisti sono diventate l’ennesimo terreno di scontro tra opposte visioni sulla mobilità cittadina. Le esigenze quotidiane di spostamento di chi per abitudine o per necessità usa la macchina, si trovano a dover fare i conti con le scelte “ideologiche” della giunta Orlando che ha puntato su ferrato, il tram, e le due ruote, le bici e i monopattini elettrici.
DA FACEBOOK FIUMI DI CRITICHE
E la polemica è servita, con tanto di pagine social per la “liberazione di Palermo dall’assessore alla Mobilità Giusto Catania” capaci di raccogliere oltre 2.500 iscritti in un giorno. La pagina di facebook, per la precisione, si chiama “Libera Palermo (da Catania). Lì si raccolgono le critiche, gli sfoghi, e le gustose, oltre che paradossali, testimonianze sui pasticci che stanno accompagnando la realizzazione dei 3,8 chilometri della pista ciclabile dell’Asse Nord-Sud, da via Principe di Villafranca a via Praga. L’assessore spiega che quello che oggi si commenta e’ soltanto un cantiere, “un’auto senza scocca”, e di aspettare la fine dei lavori, prima di esprimere giudizi. “Saro’ dispinibile a un confronto quando l’intervento sara’ finito”, chiosa Catania.
E INTANTO CRESCE L’INSOFFERENZA DEI PALERMITANI
Intanto, i lavori vanno avanti, mentre cresce l’esasperazione degli automobilisti, gia’ alle prese con ztl, cantieri vari e costretti adesso a far fronte al restringimento delle carreggiate, e quindi con un aumento degli ingorghi e dei tempi di percorrenza lungo le vie nelle quali si sta tracciando la corsia ciclabile e dove si è registrato, ieri, il primo incidente, in via Principe di Villafranca.
Non mancano nemmeno le situazioni paradossali, come la “chicane” nel percorso della ciclabile in via Boris Giuliano, davanti a Villa Sperlinga. Il tracciato, improvvisamente, in due punti, devia scostandosi dal marciapiede sconnesso e reso pericoloso dalle radici degli alberi. Al di là dell’ironia, una deviazione così improvvisa, senza segnalazione e senza separazione fisica, può diventare pericolosa.
Il progetto dell’Asse Nord-Sud, presentato al ministero per ottenere il finanziamento da 1,4 milioni, prevede anche la separazione fisica tra la corsia riservata alle bici e quella per le auto con “moduli spartitraffico longitudinali” che non ci sono ancora.
I lavori proseguiranno, da cronoprogramma stilato dal comune e presentato lo scorso giugno dal sindaco Leoluca Orlando e dall’assessore alla Mobilità Giusto Catania, il prossimo 30 settembre; dal giorno successivo, il primo ottobre, inizieranno i lavori per l’Asse Mare-Monti, 3 chilometri e mezzo di pista ciclabile da Viale Michelangelo a via Imperatore Federico.
PAROLA D’ORDINE: CAMBIARE LE ABITUDINI DEI PALERMITANI
È stato il sindaco Orlando, in quella sede, a parlare di “scelta ideologica e culturale a favore del ferrato e del gommato a due ruote e per disincentivare il trasporto privato”, mentre l’assessore Catania aveva definito “strategica la scelta di sottrarre porzioni di carreggiata alle auto per destinare a pedoni e ciclisti” con l’obiettivo di “rendere più vivibile la nostra città”.
L’intenzione dell’amministrazione è chiara ed è quella di cambiare radicalmente le abitudini dei palermitani, che, per la quasi totalità, concepiscono l’automobile come unico mezzo di trasporto, incentivando l’uso di mezzi non inquinanti.
Il problema delle scelte “ideologiche” è che quasi sempre si basano su una visione della realtà appunto “ideale”, cioè per come si vorrebbe che fosse e non per quella che è. Così, raramente si tiene conto delle condizioni reali e le scelte sono percepite come decisioni imposte dall’alto, senza tener conto delle esigenze dei ciUna rivoluzione del genere, culturale, prima di tutto, avrebbe bisogno di tutta una serie di iniziative che incentivino l’abbandono delle vecchie abitudini, cioè l’uso della macchina, accompagnino la scelta dei mezzi pubblici aumentandone frequenza delle corse e qualità del servizio, pensando anche a chi per motivi anagrafici o fisici non può usare le biciclette o i monopattini elettrici. Quello, in sostanza, che dicono molti palermitani trovatisi a fare i conti con la nuova pista che attraversa il centro in direzione di via Praga.
Palermo sarebbe la città ideale per andare in bicicletta, per la conformazione del territorio, per gran parte sostanzialmente pianeggiante, e per il clima, quasi mai proibitivo per l’uso delle due ruote. Eppure, soltanto negli ultimi anni si nota un aumento del numero di palermitani che usano la bici per i loro spostamenti o anche soltanto per fare una passeggiata.
QUESTIONE DI CRITERIO
È tutta una questione di condizioni ambientali e culturali. A disincentivarne l’uso è stata l’indisciplina degli automobilisti, il mancato rispetto verso di chi va in bicicletta e per gli spazi riservati loro. Mancato rispetto che non è soltanto di molti cittadini al volante, che invadono le piste ciclabili già esistenti a Palermo, ma anche dell’amministrazione che ha abbandonato quelle corsie a sè stesse e che soltanto a giugno scorso ha avviato la manutenzione dei 48 chilometri di piste con il rifacimento della segnaletica orizzontale e la messa in sicurezza dei tracciati.
Ma restano da capire anche i criteri che portano alla scelta di strade che per la loro dimensione e per il flusso veicolare quotidiano non sarebbero adatte alla convivenza con le ciclovie. Come via Principe di Villafranca, diventata un budello e che ha già contato un primo incidente.
Insomma, il modo applicato dal Comune, da questa amministrazione,non sembra quello ideale per far sì che i palermitani sposino le “scelte ideologiche” della giunta; anzi, sembra fatto apposta per ampliare la frattura tra amministrazione e una larga fetta di cittadini e per rendere “antipatica” la bicicletta come mezzo di trasporto. Tanto che, scrive la consigliera comunale Marianna Caronia, “preso dalla sua solita foga e dall’urgenza di apparire, ancora una volta l’assessore Catania ha combinato un disastro, questa volta forse ancor più grave perché è riuscito a far odiare le piste ciclabili persino da buona parte dei ciclisti”. E sono tanti i commenti sui social che condividono questo pensiero.
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