Dopo il pasticcio dei dati errati, interviene Confcommercio: «Chi pagherà?»

Orlando: «Numeri certi per allentare le restrizioni» Ira Confcommercio per il pasticcio sui dati: chi ci pagherà i danni?

A Palermo è scoppiato il pasticcio sul conteggio dei numeri sulla diffusione del Covid-19. A causarlo la correzione dei dati sui contagi arrivata dall’ufficio per l’emergenza. Per cercare di rassicurare ed eliminare i sospetti è stata emessa una nota congiunta, a firma del sindaco Orlando, del direttore dell’osservatorio epidemiologico regionale Letizia Diliberti, e del commissario Costa. La precisazione ha affermato che «nessun dato è sbagliato, che la difformità numerica è solo una conseguenza di un aggiornamento dei dati sui soggetti guariti». Ma non è bastato, poiché la difformità è stata troppo inquietante. Si è passato da numeri allarmanti, come 11.315 positivi a Palermo e 12.750 complessivi nella provincia, ai 2.943 contagiati in città e 4.836 nell’area metropolitana. Di conseguenza la polemica è montata.

DECISIONI PRESE SU NUMERI ERRATI

Perché questo pasticcio sui numeri hanno scatenato l’ira delle categorie produttive che hanno subìto notevoli contraccolpi per tutte le decisioni prese in base a queste informazioni errate. Chiusure di negozi, divieti di vendita di alcolici e sospensione di mercatini. Il sindaco Orlando dice inoltre che non vuole rischiare più figuracce per decisioni prese su dati sbagliati. E come scrive il Giornale di Sicilia, si è fatta sentire anche Patrizia Di Dio, presidente di Confcommercio.

L’INTERVENTO DI FEDERCOMMERCIO

«Da mesi sosteniamo che ci sono dati sballati ed errori madornali nel calcolo dei contagi ─ ha detto la Di Dio ─, denunciando l’inadeguatezza del sistema di rilevazione e la mancanza di trasparenza». E si chiede: «Chi pagherà per questo gravissimo danno? La Sicilia dipende da un bollettino quotidiano rivelatosi farlocco? Pretendiamo che il sistema venga informatizzato e adeguatamente gestito. A ciascun deputato regionale chiediamo un esame di coscienza, confidando che nella Finanziaria regionale venga inserita con urgenza una norma “trasversale” a sostegno delle imprese di tutta l’Isola». E la Di Dio conclude dicendo: «Vogliamo un cambio di passo della classe politica regionale che appare insensibile al drammatico momento della vita “reale ”. Vorrei proprio vedere cosa sarebbe successo se, a causa del Covid, fossero crollati del 70% gli stipendi dei nostri politici. O se fossero addirittura a reddito zero…»