Nel dopo-Covid per Almaviva torna la paura: previsti incontri il 10 e il 30 settembre
I contributi Covid hanno portato un periodo di pace apparente, ma per i dipendenti Almaviva ci sono come al solito problemi irrisolti: c’è sempre l’incognita delle commesse
Il blocco dei licenziamenti, introdotto dal Decreto Cura Italia e prorogato dal Decreto Rilancio, è teminato il 17 agosto. Il successivo Decreto Agosto, pur avendo prorogato il divieto di licenziamento per giustificato motivo oggettivo, ha lasciata qualche possibilità ai datori di lavoro di recedere i contratti con i propri dipendenti. Cioè, non è stato prorogato il blocco totale dei licenziamenti ma si è trattato di una proroga mobile che permette ai datori di lavoro di licenziare al verificarsi di determinate condizioni.
ALMAVIVA CON PROBLEMI IRRISOLTI
Quindi, dopo che dal 18 agosto il blocco dei licenziamenti è cessato, nel mondo dei call center è tornata la preoccupazione. In special modo per gli oltre 2000 addetti di Almaviva. Perché i problemi che c’erano in questa azienda prima del lockdown, sono ancora presenti, irrisolti. L’emergenza coronavirus, con il blocco generalizzato dei licenziamenti, li ha solo cristallizzati. È sempre d’attualità, ad esempio, l’ipotesi del ridimensionamento complessivo del settore, e si guarda con apprensione l’incontro che Almaviva avrà a settembre con il ministero competente, per verificare la sostenibilità della sede di Palermo in relazione alla risposta dei committenti.
GESTIONE EVENTUALI ESUBERI
In pratica l‘azienda, con il suo organico di circa duemila persone, nell’incontro del 10 settembre chiederà misure ed aiuti per sostenere l’attività. Mentre il 30 settembre è prevista la discussione sulla gestione di eventuali esuberi. Ricordiamo che gli oltre 2000 dipendenti di Almaviva si occupano delle commesse attualmente in atto con Altalia, Tim, Wind, Trenitalia, Amg e il numero 1500 del Ministero della Salute.