Pelagotti: “Nessun rancore verso Palermo, in rosa esperienza unica”
Alberto Pelagotti, portiere del Palermo dal 2019 (anno della rifondazione) allo scorso campionato di Serie C vinto dai rosanero, ha concesso una lunga intervista al Corriere dello Sport. Il giocatore, ad oggi rimasto svincolato, racconta del difficile periodo vissuto a seguito della malattia e del suo rapporto d’amore con una piazza che, nonostante lo abbia messo da parte nel momento più delicato, rimane sempre nel suo cuore. Di seguito l’intervista realizzata da Paolo Vannini.
La scoperta della malattia
“Nell’estate del 2021 ho sentito un dolore sotto il pettorale – racconta Pelagotti -, pensavo di essermi rotto una costola. Mia mamma insistette per altri controlli, era un neurofibroma al costato: tumore benigno ma che poteva degenerare, la zona era sollecitata. Mi sono curato allenandomi – continua il portiere -, poi ad aprile i medici mi dissero: stai peggiorando, c’è il rischio che diventi maligno. Mi sono operato, e il giorno dopo ero già in palestra. A giugno ho conquistato la 2ª promozione in 3 anni: ero in panchina e destinato a partire, ma con quasi 100 presenze col Palermo la sento mia la squadra”.
Presto di nuovo in campo
“Ora sto bene – dichiara Pelagotti -. Ho avuto richieste. Sto per tornare in pista, in Serie B o all’estero. Il primo anno al Palermo? Affascinante sotto tutti gli aspetti, un’esperienza unica in una piazza meravigliosa, non pesava la D. Dopo qualcosa è cambiato, la litigata fra Mirri e Di Piazza scosse l’ambiente. Tanti segnali negativi, non fui preso in considerazione come capitano, venivo attaccato sui social. Il rapporto con gli allenatori? Sorvoliamo – risponde– , cito Filippi che mi ha messo in condizione e nei primi 6 mesi con lui ho fatto bene. Poi sono arrivati i problemi e dopo l’intervento mi aspettavo un altro comportamento“.
Pelagotti e il Palermo
“Sono un super tifoso del Palermo – afferma -. Con Mirri buoni rapporti, ma dopo l’operazione e la mancata conferma neppure una telefonata. Corini? Eccezionale. Ognuno deve fare il suo percorso, io ho avuto Sarri, Giampaolo, ingegneri di calcio: il primo anno di B con l’Empoli, Sarri all’inizio fece 7 ko e 2 pari. La squadra lo difese e la società non lo mandò via. E fu Serie A. Cosa penso di Pigliacelli? Buon portiere – risponde Pelagotti -, qualche gaffe succede a tutti, ne so qualcosa. Ma se avrà fiducia non deluderà“. Poi su Massolo dichiara: “Siamo grandi amici. Lui è stato bravissimo ma il mio destino era già deciso. Al Palermo ho dato tutto. Ci sono rimasto male ma voglio ringraziare chi mi è stato vicino: la mia famiglia, nel team Siracusa e Marotta, lo staff medico con Matracia e Puleo in testa, e Angella (difensore del Perugia), amico di sempre”.
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